sabato 19 ottobre 2013

L'INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO: MAESTRO D'OPERA, POTENZA DI VITA



All’interno del prefazio, viene invocato lo Spirito Santo, potenza di vita: è l’epiclesi. Ma qual è il ruolo dello Spirito Santo? San Paolo ci illumina sul ruolo determinante dello Spirito nella costruzione della Chiesa, corpo di Cristo.

“Noi preghiamo lo Spirito di santificare le nostre offerte perché esse diventino corpo e sangue di Gesù Cristo: in al­tri termini, preghiamo lo Spirito Santo di rendere presen­te, attuale, la Pasqua di Gesù Cristo risuscitato. L'opera dello Spirito è dunque quella di rendere contemporanee la presenza e l'azione di Gesù nella nostra umanità.”
Claverie usa un’espressione francese (“maestro d’opera”) per indicare l’azione dello Spirito: è un po’ il capo bottega o il capocantiere, Colui che dirige i lavori e nello stesso tempo lavora lui stesso alla creazione di un mondo nuovo, “ come lo fu all'origine, aleggiando sulle acque o insufflando nell'uomo.”
Se la chiesa non è semplicemente un’associazione, ma “l'incarnazione continua, la presenza vi­vente di Cristo Gesù nell'umanità, lo Spirito Santo è l'atmosfera del regno di Dio. Egli è <l'ambiente> del Dio di Gesù Cristo: quello che si respira nella casa di Dio, l'aria di casa. È la vita stes­sa di Dio da cui è animata tutta la creazione: un soffio che dalle origini attraversa ogni vivente e, quando incon­tra una volontà che si offre alla sua azione, compie l’ope­ra di Dio.”
In Gesù si rivela quello che lo Spirito compie in un uomo che si abbandona all’azione di Dio: diventa capace di comunicare la forza di vivere, la riconciliazione, la santità, diventa partecipe dell’opera stessa della creazione, è reso figlio di Dio.
Lo Spirito è colui che ci mette nella giusta relazione con il Padre . È lui che fa di noi dei figli di Dio e questa filiazione ci permette di portare dei frutti nei qua­li si può riconoscere il suo intervento (Gal 5,22-25). Innanzitutto, la riconciliazione interiore, perché noi ci troviamo in pace con noi stessi e con Dio (..). Poi la libertà interiore: perché lo Spirito scioglie in noi le catene della paura facendoci scoprire che siamo figli di Dio; la vera libertà è quella che ci permette di donarci sen­za riserve perché nulla ci tiene prigionieri di noi stessi, e tutto ciò può derivare solo da una vera riconciliazione. La gioia è anch'essa una conseguenza di questa filiazione, in cui scopriamo l'azione di Dio e la sua presenza attiva e paziente in ciascuna del­le sue creature.”

E’ sempre lo Spirito, poi, a creare la nostra “comunione” nel corpo del Cristo risuscitato (1Cor 12), ossia ad indicare a ciascuno il proprio posto nell’armonia dell’insieme, dato che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri: “ogni mini­stero nella Chiesa, prima di essere una funzione, è un do­no dello Spirito, che trasforma l'uomo per metterlo in stato di servizio secondo i bisogni della Chiesa”.
“Infine lo Spirito manifesta la vitalità della Chiesa (1Cor 12) conferendole la capacità di compiere segni che manife­stano la realtà del Regno già presente nel cuore della sua azione e della sua vita. Il primo grande segno è quello del­la carità (1Cor 13): è addirittura il solo che importa e tut­to il resto gli è subordinato. (..)Nella realtà quotidiana della vita, è il più grande miracolo dello Spirito e il più grande segno, anche se non ha nulla di «meraviglioso» o di «miracoloso» agli occhi della gente assetata di «segni» straordinari. Lo Spirito d'a­more è il più eloquente dei segni: «Guardate come si ama­no!». In un mondo «stremato», è il più grande miracolo
Così anche nel segno del Regno che è l’Eucaristia, Colui che “dirige” tutto è lo Spirito: “egli interviene dall'inizio alla fine per fare di questi riti umani una sorgente di vita divina. Il pane e il vino sono trasformati dallo Spirito in maniera tale da diventare realtà del Regno. Si tratta di una trasformazione interiore per mezzo della quale il pane e il vino, cibi terreni dell'uomo carnale assumono il loro vero significato, il loro significato ultimo e compiuto, divengono quello per cui sono fatti: cibo spirituale dell'uo­mo spirituale o nuovo secondo lo Spirito di Dio. Da allora questo pane, che lo Spirito ci dona, è il pane della vi­ta, della parola e della condivisione. Corpo e sangue di Cristo sono la sua presenza offerta e nutriente, in tutto ciò che egli ha vissuto e condiviso con i suoi discepoli.”
Se lo Spirito è il princi­pio stesso della vita secondo il disegno di Dio, noi dobbia­mo lasciarci guidare da Lui: l'amore deve compiere in noi la sua opera di giustizia, di pace, di creazione, di comunione. Vieni, o Santo spirito!

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