martedì 28 gennaio 2014

PREGHIERA PERSONALE

La preghiera personale è il mio colloquio intimo con Dio, è una comunicazione unica e singolare: come ognuna di noi è unica, così anche il mio modo di pregare, di colloquiare, è diverso da quello dell’altro. Ciascuno, infatti, si presenta con il suo carico umano fatto di soddisfazioni e delusioni, di gioie e preoccupazioni, di sentimenti e desideri che lo rendono soggetto ed oggetto irripetibile di amore. Non esiste quindi la preghiera in astratto, ma la persona che prega, poiché la preghiera passa necessariamente dall’esperienza umana per divenire esperienza spirituale.

Tuttavia, il colloquio autentico e veritiero è caratterizzato da momenti essenziali che non ne imitano l’unicità e la libertà, ma che ne fanno un’esperienza vivificante. È vero che la preghiera personale non è tutta la preghiera, ma nella storia della Chiesa, chi è riuscito a fare della propria vita una preghiera incessante ha dedicato regolarmente del tempo ogni giorno alla preghiera personale. Dare una cadenza ritmata e regolare all’incontro personale con Dio aiuta a regolare anche la vita quotidiana. Alcuni pensano che la preghiera sgorghi sempre spontaneamente, ma chi fa esperienza vera di preghiera sa che la disposizione a pregare il più delle volte corrisponde a un preciso atto di volontà di determinarsi a pregare, di fare spazio e silenzio per ascoltare il Signore. È chiaro che l’uomo non può trascorrere tutto il tempo in preghiera e raccoglimento, neanche Gesù l’ha fatto in terra. Tuttavia la relazione con Dio ha bisogno di tempi adeguati per trasformare la nostra vita in preghiera continua.

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