sabato 11 gennaio 2014

SALMO 13 (12)

SALMO 13 (12)

“Fino a quando?” è un frequente ritornello delle lamentazioni orientali e bibliche e si può attribuire al lamento di tutta l’umanità, pur nella sua forma letteraria personale.
Il salmo 13(12) esprime una forte protesta verso Dio, dove il cuore dell’orante si rivela agitato dalla prova e dalla paura. Dio è però oggetto di speranza e di fiducia: “rispondimi Signore mio Dio”.
Qui il nemico principale è la morte, rispetto alla quale non si può invocare una vendetta, ma solo l’aiuto di Dio.
Nelle espressioni di questo salmo si può vedere un accenno all’immortalità. Nell’antropologia biblica lo spirito e il corpo sono intimamente collegati e quindi vita fisica e vita spirituale sono altrettanto collegate nella visione della vita ultraterrena.
Il salmo 13 (12) è un testo sobrio nella struttura, dove la sofferenza è superata da una compostezza e una serenità quasi cristiana, dove alla tempesta subentra la pace.
Il simbolo più forte è la vista, lo sguardo, la luce… e alla fine del salmo c’è anche la simbologia del canto.



Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: "L'ho vinto!"
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.

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