mercoledì 1 maggio 2013

A noi, non ci spaventa niente!!



A parole, certo!..Siamo persone dure, forti, sicure… adulte. Sono i bambini che si spaventano! Poi, però.. scopriamo che ci portiamo dentro tante piccole paure.. a volte chiare, conosciute, delimitate.. altre volte, inconsce, segrete, profonde, senza confini…
Eppure Gesù dice ai suoi discepoli e a noi:

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,35-41):
In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Cosa dovrebbe spaventarci?
Proviamo a partire da alcune scene del film che abbiamo appena visto:

I gatti decidono di “adottare” la gabbianella, che cresce pensando di essere un gatto. Quando però scopre di essere “diversa”, di non essere quella che vorrebbe, si spaventa e scappa via.
Cosa ci può spaventare, allora.. l’essere noi stesse o il non essere quello che vorremmo essere?
A volte ci pensiamo forti, capaci, sicure.. e invece ci scopriamo fragili, bisognose degli altri/delle altre, insicure.. Ma Dio ci ama così come siamo (Dio vide che l’uomo, la donna era “cosa buona, bella”), ci ha volute così come siamo, perché.. così e non in un altro modo, siamo immagine di Lui.. E a noi, a ciascuna di noi, fragili o forti, sicure o insicure, semplici o complicate, a ciascuna di noi Dio ha donato il suo Regno. (Regno che non è di questo mondo, non è potenza o forza, ma regno di amore, di misericordia, di bontà, di grazia…)
Ci può spaventare l’essere diverse fra noi?  Abbiamo gusti, caratteri, abitudini, pensieri, visioni del mondo diverse… abbiamo età, esperienze, formazioni diverse.. abbiamo desideri e passioni e sentimenti diversi.. Eppure ci accomuna l’essere figlie/i di Dio e sorelle/fratelli tra di noi. Dio non ci chiede di diventare tutte uguali, di uniformarci, ma di riconoscere in ogni “altra/o diversa/o da me” il suo essere figlia/o di Dio come me, il suo essere per me sorella o fratello.

Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l'erba nel campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Lc 12, 22-32

La gabbianella vuole imparare a volare, ma ne ha paura.. ha paura di quello che non conosce, che non sa ancora, anche se ne porta in cuore un desiderio profondo.. ma forse ha anche paura delle conseguenze che ne derivano.. Imparare a volare vuol dire partire, lasciare ciò che si conosce, lasciare le nostre sicurezze, lasciare chi già ci ama, ci custodisce, ci coccola… Cosa troverà fuori dal suo “mondo”?
Ci spaventa quello che non conosciamo? Ci spaventa lasciare ciò che, invece, conosciamo benissimo? Gesù nei Vangeli ripete all’infinito “Non temere..”. Conosce le nostre paure, conosce le nostre insicurezze, conosce le nostre sofferenze e ripete: “Non temere.. Io sono con te..”. Non ce le toglie, non ci rende delle superdonne o superuomini, ma ci rassicura che Egli rimane accanto a noi in ogni situazione e che ha già vinto la morte, che racchiude tutte le nostre paure.. Cosa può succederci, allora? Cosa ci può spaventare?


Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. Rm 8, 31-39



Spesso non ho la forza di guardare
la luna della finestra gelata.
Sto nella fredda ombra dell'attesa.
Sento che questo tremito sotto di me
indica che sono su un ponte.

Spesso mi rimetto in fila
più per abitudine che per fiducia, 
con una speranza senza amore, 
senza mai lasciarmi prendere dall'onda.

A volte vengono notti che hanno fretta di partorire, 
vengono giorni che hanno voglia di cambiare.
Questa forma di coraggio
è un'ala che batte, 
confusa, tenera, ma che fiorirà.

Cerco lo sguardo di Dio che non vacilla, 
che mi chiede la fiducia
proprio quando il miracolo non c'è.
Di farmi bastare quello che cresce
davanti ai miei occhi.
Attraverso questa cruna
sono passate le mie speranze.

Don Luigi Verdi

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