domenica 26 maggio 2013

Dare to live! (momento di preghiera preparato da Serena)

E… Sia la vita!







“Perché la vita è vita solo quando la perdi, la regali, la doni. Io muoio perché tu possa vivere: questo fa della mia vita una Vita viva. Perché chi muore per amore nell’amore vive per sempre”
Sr Katia Roncalli


Canto iniziale: Vivere la vita
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino è quello che Dio vuole da te

Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi
Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai

Vivere la vita è l'avventura più stupenda dell'amore, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il paradiso è quello che Dio vuole da te

Vivere perchè ritorni al mondo l'unità, perchè Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te,  una scia di luce lascerai. (2 volte)

Salmo 133
Ecco, com'è bello e com'è dolce 
che i fratelli vivano insieme!

È come olio prezioso versato sul capo,
che scende sulla barba, la barba di Aronne, 
che scende sull'orlo della sua veste.

È come la rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione, 
la vita per sempre.

Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 7-18)
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».



Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 5-17)
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Brano tratto da “Nel nome della madre” di E. De Luca
“[…] Sudavo. Appoggiata di schiena mi tenevo il pancione con due mani per aiutare le mosse del banbino. L’incoraggiavo a bassa voce, col respiro corto. Lo chiamavo. Le bestie alle spalle mi davano forza. Le gambe mi facevano male per la posizione. Mi inginocchiai per farle riposare. <> Imuscoli del ventre andavano dietro al respiro, una contrazione e un rilassamento, spinta, rincorsa, spinta. Quando lo strappo era più forte mi mordevo il labbro per non far scappare il grido. Iosef era di sicuro davanti alla porta, di guardia. Lontano i pastori chiamavano qualche pecora persa. <> Parlavo e soffiavo, a un colpo più forte, una spallata di Ieshu, mi alzai di nuovo in piedi appoggiandomi alla mangiatoia. Le bestie ruminavano tranquille, c’era pace. Iosef aveva scelto un buon posto per noi. <> Via, è uscita una spalla, l’ho toccata, poi è rientrata, ma subito dopo di slancio Ieshu ha messo fuori la testa, l’ho avuta tra le mani, mi sono commossa, mi è scappato un singhiozzo e sul singhiozzo è venuto fuori tutto e l’ho afferrato al volo. L’ho alzato per i piedi per liberare i polmoni e fare spazio al primo vento che forza l’ingresso chiuso del respiro. Ieshu ha inghiottito aria senza piangere. Faccio mosse esperte senza conoscerle. Il mio corpo fa da solo, esegue. Non l’ho istruito io. Odoro la creatura perfetta che mi è nata, posso allentare il nervo attorcigliato del sospetto: è maschio, è la certezza non più una profezia. E’ maschio, primogenito in terra di Iosef e Miriam, carne da circoncidere, oggi a otto. E’ maschio, l’ho fatto io, sgusciato sano in mezzo all’acqua e al sangue, il corpo esulta insieme a quello di ogni donna che mette al mondo l’altro sesso, perché è un regalo a noi. […]Il bue ha muggito piano, l’asina ha sbatacchiato forte le orecchie. E’ stato un applauso di bestie il primo benvenuto al mondo di Ieshu, figlio mio. Non ho chiamato Iosef. Gli avevo promesso un figlio all’alba ed era ancora notte. Fino alla prima luce, Ieshu è solamente mio. E’ solamente mio: voglio cantare una canzone con queste tre parole e basta. […]Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo dal mondo fino all’alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio. Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli a mondo.”



Momento di condivisione
Try looking at Tomorrow not yesterday
And all the things you left behind
All those tender words you did not say
The gentle touch you couldn't find

In these days of nameless faces
There is no one truth but only pieces
My life is all i have to give

Dare to live until the very last
Dare to live forget about the past
Dare to live giving something of yourself to others
Even when it seems there's nothing more left to give

Ma se tu vedessi l'uomo
Davanti al tuo portone
Che dorme avvolto in un cartone,
Se tu ascoltassi il mondo una mattina
Senza il rumore della pioggia,
Tu che puoi creare con la tua voce,
Tu, pensi i pensieri della gente,
Poi, di Dio c'e solo Dio.

Vivere, nessuno mai ce l'ha insegnato,
Vivere, non si può vivere senza passato,
Vivere è bello anche se non l'hai chiesto mai,
Una canzone ci sarà, qualcuno che la canterà

Dare to live searching for the ones you love
(Perché, perché, perché, perché non vivi questa sera?)
Dare to live no one but we all
(Perché, perché, perché, perché non vivi ora?)
Dare to live until the very last
(Perché, perché, perché la vita non è vita)
Your life is all you have to give(Perché)
non l'hai vissuta

Vivere!

Dare to live until the very last
(Perché, perché, perché Ia vita non è vita)
Your life is all you have to give(Perché)
non l'hai vissuta mai


I will say no (I will say yes)
Say dare to live
Dare to live


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