sabato 25 maggio 2013

E sia la vita! (Riflessione di Sr Luisa Carraro)


Negli incontri precedenti abbiamo approfondito il nostro essere figlie del Re e tra di noi sorelle e fratelli. Ci siamo scoperte alla ricerca di un “volto”, del volto di Dio, che è impresso in ciascuna di noi, ma anche toccate dal male, se non a volte “a braccetto” con il male. Eppure, nulla ci può spaventare, né morte né vita, perché Dio è con noi sempre e ci ripete “Non temere”. Ora, in quest’ultimo incontro proviamo a fare un ulteriore passo: come figlie amate e desiderate, Dio ci affida la “creazione”. Ci chiede di “custodire” (come Adamo nel giardino) la nostra vita, quella delle persone che ci sono accanto, quella di ogni creatura, perché possano fiorire in tutta la loro bellezza. Ci chiede di collaborare con Lui nel continuare a dare la vita e a darla in abbondanza!

E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. ». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. (Gn 1,27-29.31)

Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. (Gn 2,15)

Dio ci affida la vita fin dall’inizio della sua creazione e l’affida in modo speciale a noi donne. Non solo perché ci chiede di “collaborare” con Lui nel formare una vita dentro il nostro grembo. Ci affida anche le vite già plasmate dei nostri amici, dei nostri amori. ci affida le vite di quanti incontriamo ogni giorno nei nostri luoghi di lavoro o di studio. Come Maria, anche noi siamo chiamate a custodire un “seme” dell’eterno, del divino che si è incarnato: a riconoscerlo in noi e negli altri, a custodirlo e a proteggerlo, a curarlo e a farlo crescere. Con il rischio a volte che la nostra protezione e cura possa sconfinare nel possesso o nell’affermazione di sé attraverso l’altro.

“Eppure, ogni volta che un figlio viene al mondo, è al mondo che è donato. Questo sanno, le madri; e lo sa Maria, con loro. E ogni volta, nuovamente, questo venire al mondo ed esservi donati, interpella il mondo, perché il mondo, dopo, non sarà più lo stesso: una nuova vita sarà stata accolta, o rifiutata, dando così nuove ali alla speranza o, al contrario, ripiegandosi su se stesso, incapace di generare ancora... Dare al mondo un figlio non significa solo partorirlo. E' molto di più. E' spingerlo fuori dal nido, nell'aperto, perché possa farcela da solo, confidando su quanto sa, su ciò che è e sulla capacità di accoglierlo che il mondo ha in se stesso.”

E’ quello che Gesù fece con i suoi amici: dopo averli generati alla vita “nuova” del Vangelo, li spinse fuori dal “nido”, dando loro spazi immensi, lasciandogli solo un amore che non si cancella e un pugno di parole, da vivere, da testimoniare. “Parole che nutrono una vita. E una promessa: sarò sempre con voi, e voi sempre con me, sempre nel mio “dentro”... e io vi penserò in silenzio, nelle notti d'estate, nell'ora del tramonto, quando si oscura il mondo, l'ora buia delle fate... E' così che si nasce, in questo continuo uscir fuori, verso se stessi nascenti. E' così che si partorisce, in questo lasciar andare, verso il mistero del mondo.”

14Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. 15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. (Mc 16)

Dio ci chiede di collaborare nella creazione non solo custodendo la vita, ma donandola: ci chiede a nostra volta di consegnare tutto l’amore di cui siamo capaci, di raccontarlo agli altri, di metterlo a disposizione, perché “Lui possa agire con noi”, attraverso di noi. E’ questa la testimonianza che ci viene chiesta.
“Ogni volta che un figlio nasce, ogni volta che una vita ci viene donata, questa reca con sé la forza della fiducia: fiducia nell'umanità, che sappia accogliere il veniente; fiducia nella potenza dell'amore, che sempre può coprire e scaldare l'ospite inatteso; fiducia in quel seme di “bello e buono”  posto sin dal principio nel cuore della creazione. E questa invincibile speranza ci interpella, oggi più che mai, perché oggi siamo noi chiamati a far fiorire le promesse di bene che molti figli dell'uomo portano chiusi nel cuore.”


1 Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. 5L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l'ho detto». 8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28)

1 Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - 2la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, 3quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. 4Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. (1Gv)

Queste cose le diciamo, le scriviamo, le viviamo, perché la nostra insieme alla vostra gioia sia piena, perché ciascuno di noi abbia la Vita e l’abbia in abbondanza!



Domani partirai,
non ti posso accompagnare.
Sarai sola nel viaggio,
io non posso venire.
Il tempo sarà lungo
e la tua strada incerta,
il calore del mio amore
sarà la tua coperta.

…Ho temuto questo giorno,
è arrivato così in fretta.
E adesso devi andare,
la vita non aspetta.
Guardo le mie mani,
ora che siamo sole:
non ho altro da offrirti,
solo le mie parole.

…  
Ed io ti penserò, in silenzio
nelle notti d'estate.
Nell'ora del tramonto
quando si oscura il mondo
l'ora muta delle fate...
E parlerò al mio cuore, più forte
perché tu lo possa sentire:
è questo il nostro accordo
prima di partire,
prima di partire,
domani ... non ti voltare

Ama la tua terra,
non la tradire.
Non badare alle offese,
lasciali dire.
Ricorda che l'umiltà
apre tutte le porte
e che la conoscenza
ti renderà più forte.

Lo sai che l'onestà
non è un concetto vecchio,
non vergognarti mai
quando ti guardi nello specchio.
Non invocare aiuto
nelle notti di tempesta
e non ti sottomettere
tieni alta la testa.

Ama, la tua Terra
Ama, non la tradire.
Non frenare l'allegria
non tenerla tra le dita.
Ricorda che l'ironia
ti salverà la vita,
ti salverà.......




(F. Mannoia, In viaggio, canzone di cui l'autrice ha scritto: «Quando ho scritto "In viaggio" ho immaginato le parole che io stessa avrei detto ad una figlia -se ne avessi avuta una- in partenza verso il viaggio della vita»).



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