lunedì 27 maggio 2013

Trinità – “L'unico Dio in tre persone”

La festa della Trinità ci invita a celebrare un Dio che è comunione, relazione, famiglia. Dio non è un'entità di solitudine ma una realtà dinamica, viva e relazionale. Dio non è solo: è un Padre, un Figlio e il loro Amore, il loro Spirito. Quando diciamo che Dio è Trinità, diciamo l'esperienza dell'amore e della comunione.
La Trinità è la suprema espressione dell'esperienza che tutti facciamo dell'amore e della comunione umana. Ciò che importa nell'amore è restare uniti senza uniformarsi, donarsi senza perdersi, essere distinti senza essere separati. L'amore vero è quello trinitario: unito ma non uniforme, separato ma non diviso.
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.” (Gv 16,12-15)
I brevi versetti che la liturgia ci suggerisce, sono tratti da un lungo discorso di Gesù, pronunciato poco prima del suo ritorno al Padre. Con questo discorso di addio, Gesù rende partecipi i suoi delle verità più profonde che lo riguardano, ciò che riguarda Lui, il Padre e lo Spirito, dono promesso ai discepoli in seguito della sua dipartita da loro.
Gesù sa di essere vicino alla realizzazione del disegno del Padre, che si compirà nei giorni terribili e gloriosi della sua passione, morte e risurrezione, ma vuole che il suo ritorno al Padre non sia vissuto dai discepoli come un abbandono. È, piuttosto, la condizione necessaria per la venuta dello Spirito: “È bene per voi che io me ne vada. Infatti, se non andassi, il Paraclito non potrebbe venire da voi” (Gv 16, 7). Il compito proprio dello Spirito è quello di testimoniare Gesù, introducendo gradualmente i discepoli alla piena comprensione di tutto ciò che Egli ha detto e fatto. Lo Spirito non ha nulla in più da aggiungere alla rivelazione di Gesù, ma allo Spirito Gesù affida il compito di portare avanti la sua missione attraverso la vicenda storica dei suoi, rimandando continuamente al suo insegnamento, alla sua persona.
Lo Spirito è chiamato a continuare la missione del Figlio, nello stesso modo in cui Gesù l’ha realizzata fedele al disegno del Padre. Gesù non è venuto nel mondo a dire parole sue, a cercare una gloria per sé: Egli era totalmente proteso ad ascoltare e realizzare ciò che ha udito dal Padre. Per questo Gesù può affermare: “Egli prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. Tra Gesù e il Padre esiste perfetta comunione di vita e perfetta unità di azione. Lo Spirito riceverà dal Cristo tutti i beni della salvezza, la cui fonte si trova nel Padre. Il mistero della Trinità parla di noi poiché Gesù, rivelandoci l'intimo rapporto tra Lui e il Padre, nello Spirito, sta inserendo i discepoli e, attraverso essi, tutti noi che da essi abbiamo ricevuto l'annuncio della sua Pasqua, nella vita intima di Dio che è relazione, comunicazione, comunione. In una parola: amore! Una relazione d'amore che si apre, inglobando l'umanità intera nel dialogo intra-trinitario.
Il nostro essere a immagine e somiglianza di Dio comporta un impegno serio a comprenderci come esseri in relazione e a vivere i rapporti interpersonali improntandoli alla comunione e all'amore vicendevole e verso tutti. Nell'Anno della Fede la festa della Trinità ci invita a guardare San Domenico che esortava i suoi frati a contemplare Dio e la sua Verità conosciuta e operante nella storia dell'umanità, per gustare nel silenzio la Parola e assimilarla nella preghiera, non fine a se stessa, ma per dire agli altri la bontà di Dio, la grandiosità della sua presenza in noi e nel mondo.

"O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa' che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l'unico Dio in tre persone".

(Orazione della Messa).

1 commento:

Alessandra ha detto...

Il Mistero della SS. Trinità penso che lo capiremo solo quando saremo in grado di viverlo nelle nostre Relazioni rispettandoci, accogliendoci e amandoci gli uni gli altri nelle nostre unicità e diversita.