mercoledì 1 maggio 2013

SANT’AGNESE DA MONTEPULCIANO Vergine, monaca (c. 1268-1317)


Agnese Segni nacque da famiglia nobile a Gracciano Vecchio, vicino a Montepulciano. L’infanzia fu accompagnata da segni celesti che ebbero la loro conclusione nell’entrata, verso i dieci anni, nel monastero del Sacco – così chiamato per l’abito che v’indossavano le religiose – di Montepulciano. La sua permanenza durò cinque anni: poi, con l’autorizzazione del papa, è eletta abadessa del monastero di Proceno (Viterbo) alla cui costruzione aveva attivamente preso parte. Richiamata a Montepulciano dalle insistenti preghiere dei cittadini, vi fondò un secondo monastero – Santa Maria Novella – che pose sotto la regola di sant’Agostino e la direzione dei Domenicani. Lo governò saggiamente fino alla morte (20 aprile 1317).
La sua pietà, che è soprattutto una pietà tenera verso la Vergine e Gesù, è una pietà “fiorita”. Nascono fiori dove s’inginocchia, e dopo una visione della gioia paradisiaca ella si trova accanto una rosa. Santa Caterina la chiama “madre nostra, Agnese gloriosa” e vuole che si seguano “la dottrina e i modi suoi”, perché sempre essa “diè dottrina ed esempio di vera umiltà”.
“Questa fu quella propria virtù principale che fu in lei; non me ne meraviglio però, chè essa ebbe quello che deve avere la sposa che vuole seguita l’umiltà dello sposo suo; essa ebbe quella carità increata che continuamente ardeva e consumava nel cuor suo; essa era mangiatrice e gustatrice delle anime”. Agnese fu canonizzata da Benedetto XIII il 10 dicembre 1726. Il suo corpo è oggetto di grande devozione nel santuario di Montepulciano a lei dedicato.

Dalla liturgia:
Rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Fil. 2, 2

Dalle “Lettere” di santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa
Nel nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissima figlia in Cristo, ti scrivo nel suo prezioso sangue e desidero vedere te e le altre suore seguire le orme della nostra gloriosa madre Agnese. Ve ne prego, voglio che osserviate i suoi insegnamenti. Ben sapete che vi ha sempre dato esempio di vera umiltà: questa fu la virtù principale che era in lei. Non me ne meraviglio, perché ella si comportò sempre come sposa che vuole imitare il suo sposo nell’umiltà. Il suo cuore ardeva e si consumava di carità increata: era mangiatrice e gustatrice delle anime. Non avrebbe potuto avere in altro modo la virtù dell’umiltà, perché questa non esiste senza la carità: l’una nutre l’altra.
Sapete per qual motivo giunse a una vera e perfetta virtù? Non volendo possedere nulla, rinunciò a se stessa e ai beni del mondo con un libero e volontario spogliamento. Si rese conto, questa gloriosa vergine, che il possesso dei beni terreni fa insuperbire gli uomini: si perde la vera umiltà e cresce l’amor proprio; si manca di carità; si cessa di pregare. Il cuore che è pieno del mondo e d’amor proprio  non si può riempire di Cristo crocifisso, né può gustare la vera e dolce preghiera. La dolce Agnese se ne accorge, si spoglia di se stessa e si riveste di Cristo crocifisso. E non soltanto per sé sola, ma vuole che noi facciamo lo stesso: a questo vi dovete attenere. Voi, spose consacrate a Cristo, non possedete più i beni di vostro padre, ma quelli del vostro sposo eterno. Nei beni di vostro padre c’è la sensualità, che dovete abbandonare per seguire lo sposo e possedere il suo tesoro. E qual è stato il tesoro di Cristo crocifisso? Croce, obbrobrio, pena, tormento, strazi, scherni e rimproveri, povertà volontaria, ardente desiderio dell’onore del Padre e della nostra salvezza. Se possederete questo tesoro, vi dico, con la forza della ragione spinta dal fuoco della carità, acquisterete quelle virtù che ho detto: sarete vere figlie della vostra madre Agnese, e spose non negligenti ma sollecite; infine, meriterete di essere ricevute da Cristo crocifisso che, per sua grazia, vi aprirà la porta della vita eterna. Non aggiungo altro. Annegatevi nel sangue di Gesù crocifisso. Tendete in alto con vera sollecitudine e desiderio di unirvi allo sposo. Se gli sarete legate, e non separate, non ci potrà essere demonio o creatura che vi potrà far male o privarvi della vostra perfezione.
Rimanete nel santo e dolce amore di Dio.





Dal Cantico dei Cantici 8, 4-7
Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l'amore,
finché non lo desideri.
Chi sta salendo dal deserto,
appoggiata al suo amato?
Sotto il melo ti ho svegliato;
là dove ti concepì tua madre,
là dove ti concepì colei che ti ha partorito.
Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come il regno dei morti è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina!
Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che disprezzo.

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