martedì 21 maggio 2013

La dimensione contemplativa e l’esperienza di Dio in san Domenico di Guzman


Parlava soltanto o con Dio o di Dio. Così vedevano Domenico i suoi contemporanei. Questa testimonianza è una forma  concisa di evidenziare  la sua condizione di contemplativo, di uomo di Dio, di maestro spirituale…, titoli tutti che convengono in forma essenziale all’essere del religioso e della religiosa.
         Di giorno nessuno più vicino agli uomini, di notte nessuno più vicino a Dio. Questa era una forma perspicace per spiegare la dinamica interna della sua esperienza contemplativa, il movimento di andata e ritorno che avveniva tra la sua attività apostolica  e la sua forma originale d’essere contemplativo. La contemplazione di Dio dal cuore dolorante della storia umana, è il tratto più specifico dell’esperienza di Dio in Domenico. È la chiave della sua spiritualità e del suo progetto fondazionale.
         Contemplare e annunciare agli altri quanto si è contemplato. Questa formula è di san Tommaso, ma esprime perfettamente il carattere apostolico della spiritualità e della contemplazione di Domenico. Il carisma (esperienza di Dio) e la missione (testimonianza di questa esperienza) sono indissolubilmente unite nel progetto fondazionale di Domenico. Domenico fonda il suo progetto di vita religiosa sulla dimensione contemplativa e sull’esperienza di Dio. La fede radicale è l’unico punto di appoggio di qualsiasi progetto di vita religiosa. Questa è la cosa sostanziale. Le forme di preghiera e di contemplazione sono un elemento importante, ma secondario. Egli si addentrò nell’esperienza di Dio lasciandosi introdurre nel mondo della fede radicale, la sola che dia senso, corpo e identità carismatica alla vita religiosa. Domenico si esercitò nella fede radicale e nell’esperienza contemplativa di Dio abbeverandosi a due fonti:  la tradizione ecclesiale e la propria esperienza apostolica. La tradizione ecclesiale: fin dall’infanzia e lungo la sua vita, Domenico mantenne continui contatti con il monachesimo e la vita canonicale. Particolarmente significativa fu la sua permanenza nel chiostro canonicale di Osma. Lì apprese le lezioni del silenzio contemplativo e della preghiera ecclesiale come ambiti propizi per intensificare l’esperienza contemplativa, la fede radicale, l’esperienza di Dio.
         La sua esperienza apostolica è l’altra fonte della sua dimensione contemplativa. A contatto con l’umanità sofferente, si ravviva la fede di Domenico, la sua preghiera apostolica o di intercessione e la contemplazione del mistero di Dio e della storia umana. Questa fede radicale profondamente incarnata e questa contemplazione che nasce dal cuore sofferente della storia umana, costituiscono il nucleo del suo carisma e il pilastro teologale del suo progetto fondazionale.


Il 24 maggio celebriamo la traslazione delle spoglie mortali di San Domenico dal cimitero alla chiesa… oggi abbiamo bisogno di una nuova traslazione spirituale del suo carisma fondazionale e profetico, per vivere intensamente la nostra esperienza di consacrate e di inviate in una nuova missione alla nostra umanità.

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