sabato 23 luglio 2016

You Lead (Jamie Grace)


Tu mi guidi,
Ho onde che mi stanno scuotendo,
abbattendosi su tutte le mie certezze.
E in tutta sincerità, Signore,
Voglio essere tua,
Allora tirami fuori da questo disastro,
Perché so che sto vagando,
Guida di nuovo la mia anima, nel ritorno a casa,
Sono sempre stata tua.

E questo mondo può spingere, può tirare,
Ma il tuo amore non fallisce mai.

Tu mi guidi, io ti seguirò,
Le tue mani stringono il mio domani,
La tua stretta, la tua grazia, tu conosci la strada,
Mi guidi teneramente,
Quando mi condurrai, io ti seguirò,
Illumina soltanto la via e andrò,
Perché so che ciò che hai per me è più di quello che vedo,
Conducimi soltanto avanti, avanti, avanti e avanti…

Quando ero bambina ho sentito la tua voce,
Ma da ragazza ho fatto la mia scelta,
Non c’è nessun’altra strada per me,
Io ti sono fedele,
Sei la mia pace nei giorni pesanti,
Sei il calore di un incendio d’autunno
Il tuo amore mi porta via,
E non è mai troppo presto, no…

E questo mondo può spingere, può tirare,
Ma il tuo amore non fallisce mai.

Tu mi guidi, io ti seguirò,
Le tue mani stringono il mio domani,
La tua stretta, la tua grazia, tu conosci la strada,
Mi guidi teneramente,
Quando mi condurrai, io ti seguirò,
Illumina soltanto la via e andrò,
Perché so che ciò che hai per me è più di quello che vedo,
Allora conducimi avanti, avanti, avanti e avanti…

A volte quando mi sveglio non voglio alzarmi dal letto,
Troppi pensieri nella mia testa,
Non voglio essere chi ero prima,
Prenderò il sedile posteriore e ti lascerò guidare,
E io…
Ho bisogno di fermarmi, ho bisogno di fermarmi,
perché sto andando troppo veloce,
E io…
So che il mio Dio è ancora Dio,
E mi copri le spalle.

Tu mi guidi, io ti seguirò,
Le tue mani stringono il mio domani,
La tua stretta, la tua grazia, tu conosci la strada,
Mi guidi teneramente,
Quando mi condurrai, io ti seguirò,
Illumina soltanto la via e andrò,
Perché so che ciò che hai per me è più di quello che vedo,
Allora conducimi avanti…

E io…
Ho bisogno di fermarmi, ho bisogno di fermarmi,
perché sto andando troppo veloce,
E io…
So che il mio Dio è ancora Dio,
E mi copri le spalle,
So che mi tieni, so che mi tieni,
So che mi tieni, conducimi avanti…

(Si ringrazia Ilaria d'Angelo per l'accurata traduzione)

venerdì 8 luglio 2016

Amore e sangue




Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di' pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!».
(Lc 8, 36-50)

Amore e sangue

La donna a casa di Simone il fariseo porta a Gesù profumo, lacrime, baci, carezze.. quasi a stordirlo con il suo amore.. perché egli raccogliesse insieme alla sua bellezza e tenerezza, anche la sua fragilità, la sua storia di errori, cadute, risalite, speranze, delusioni, incomprensioni, pregiudizi : amore e sangue.
E Gesù, anche se preso in contropiede, è pronto, è lì tutto per lei e la lascia fare.. accoglie il profumo, le lacrime, i baci, le carezze e la sua storia fatta di “molti peccati” ma anche di “molto amore”.
L’amore di lei e di tutti noi, amanti e peccatori, diventa speranza e richiesta di vita nuova. 
E l’amore di Gesù diventa per tutti, amanti e peccatori, redenzione e salvezza: amore e sangue.




domenica 22 maggio 2016

Realizzazione umana e dinamismo trinitario



Il Padre è la fonte ultima di tutto, fondamento amoroso e comunicativo di quanto esiste. Il Figlio, che lo riflette, e per mezzo del quale tutto è stato creato, si unì a questa terra quando prese forma nel seno di Maria. Lo Spirito, vincolo infinito d’amore, è intimamente presente nel cuore dell’universo animando e suscitando nuovi cammini. (…)
Le Persone divine sono relazioni sussistenti, e il mondo, creato secondo il modello divino, è una trama di relazioni. Le creature tendono verso Dio, e a sua volta è proprio di ogni essere vivente tendere verso un’altra cosa, in modo tale che in seno all’universo possiamo incontrare innumerevoli relazioni costanti che si intrecciano segretamente. Questo non solo ci invita ad ammirare i molteplici legami che esistono tra le creature, ma ci porta anche a scoprire una chiave della nostra propria realizzazione. Infatti la persona umana tanto più cresce, matura e si santifica quanto più entra in relazione, quando esce da sé stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. Così assume nella propria esistenza quel dinamismo trinitario che Dio ha impresso in lei fin dalla sua creazione. Tutto è collegato, e questo ci invita a maturare una spiritualità della solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità.

Papa Francesco, Laudato sii, nn. 238, 239 passim