domenica 27 marzo 2016

Buona Pasqua! Una riflessione fresca di questa notte santa!



Pasqua è il giorno in cui celebriamo la vita, perché Cristo Risorto ha decretato la morte della morte, perché il Vivente l’ha sconfitta e con lui, noi l’abbiamo già sconfitta nella nostra stessa carne. Pasqua indica questo passaggio, ma forse lo sapevamo già ...   Quello che non sappiamo o che non vogliamo sapere … o che non vogliamo accogliere … o ricordarci, portare al cuore è che la Pasqua ci chiede di prendere posizione. Oggi, questa Grande Festa, ci chiede non solo di far memoria di questo grande evento di Salvezza, ma ci chiede di prendere una posizione: essere testimoni e annunciatrici della Resurrezione.
La resurrezione è anche quando la vita che stai vivendo si gira di colpo e ti guarda negli occhi e ti chiede: ma che senso ha tutto questo? Spesso è qualcosa legato alla morte o all’amore, spesso a entrambe … Ma può anche essere nascosto tra le righe di un libro, dentro le sfumature di un quadro, nelle parole di un amico, di un medico, di una suora, di un prete, appeso alle note di una melodia … è come se la vita fosse in agguato dall’inizio e non aspettasse altre che chiederti: che senso ha tutto quello che stai facendo? A un gruppo di donne, una mattina di nuovi inizi, questa domanda arriva dal fondo di un sepolcro vuoto, loro stringono tra le mani vasetti di profumo diventati improvvisamente inutili e si chiedono: che senso ha tutto questo? Siano benedetti gli scarti improvvisi della vita, la resurrezione è la vita che ci interroga e reclama un Senso nuovo, buono, promettente. Resurrezione è iniziare a vivere con questa domanda radicata nel cuore.
Una luce improvvisa, i giorni si illuminano, ombre che si credevano eterne improvvisamente si sciolgono. Come quando ci si innamora e ci si chiede come era possibile vivere prima. Prima dei suoi occhi, prima delle sue mani, prima delle sue parole. Prima. La resurrezione inizia quando la vita è come raggiunta da una luce nuova che divide il tempo in un prima e un dopo. Che illumina tutto il resto. All’inizio può fare paura, è incandescente l’amore, toglie il fiato, piega le gambe. Poi, aperti gli occhi, ogni cosa è trasfigurata.
Oppure resurrezione è come ricominciare a cercare. Come risvegliati da un sonno troppo lungo. Comprendere la resurrezione è ricominciare a cercare un modo nuovo di essere donne e uomini, è risvegliare la curiosità, è rimettere in moto l’entusiasmo, è ricominciare a pensare, a leggere, a confrontarsi … Non puoi descrivere la resurrezione ma puoi ricominciare a vivere da rabdomante di vita: aprendo ancora i sensi, ascoltando. La resurrezione puoi viverla … come quando senti in cuore una voce che dice “perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui…” e l’assenza del presente non è altro che sete di verità, resurrezione è ri-partire a cercare il Vivente dentro le pieghe di una vita che torna a mostrarsi promettente.
Oggi, Pasqua, è chiesto a noi di nutrirci per poi far mangiare gli altri. Alla messa ascolteremo l’annuncio della vita dopo la morte, la gioia della resurrezione, facciamone una seminagione di speranza fuori dalla Chiesa: nel terreno della nostra vita e soprattutto nella terra degli altri con cui condividiamo il tempo, le gioie, le fatiche, il lavoro, gli affetti.
Prendiamo la parola, prendiamo posizione, perché altrimenti altri prenderanno il nostro posto e, quel che è peggio, ci imporranno la loro posizione spacciandola magari per quella di Dio. Facciamoci abitare dalla sua grazia e saremo testimoni della bellezza del Risorto.
La Chiesa primitiva portava in sé una convinzione straordinaria: di vivere, nella storia presente, già da risorti! Per cui possiamo dire che i primi cristiani non professavano tanto una fede “in una risurrezione” dopo la morte, ma la splendida possibilità d’una vita risorta qui ed ora. E insieme credevano che questa possibilità, è derivata loro dalla morte e resurrezione di Gesù, il Cristo, primizia della vita nuova (cfr. 1Cor 15, 20). Nella Chiesa delle origini, circolava un detto, poi incastonato nell’apocrifo di Filippo: “Chi non vive da risorto da questa parte, non vivrà da risorto neanche dall’altra”. È qui che si radica e risplende la grande e bella novità del cristianesimo: possibilità di vivere una vita nuova, una vita “altra”, ovvero risorta, nel quotidiano della nostra storia. Una vita cioè qualitativamente così grande e profonda, che neanche la morte potrà mai toccare.
È interessante che la prima a far visita al sepolcro all’alba del nuovo giorno sia la Maddalena, la donna che si è sentita amata in modo folle dal suo Signore. Questa donna credette all’amore, perché l’ha sperimentato nella sua carne … e per questo torna a quel sepolcro, perché sa che l’amore è fedele: non può abbandonare. Torna a quel sepolcro perché sa che il seme è caduto in quel terreno e quindi sa anche che proprio in quel medesimo terreno sboccerà, porterà frutto e questa volta per sempre. Infatti alle prime luci dell’alba lo incontra, lo abbraccia e l’amato le dirà: “Non mi trattenere, ma va dai miei fratelli” (v. Gv 20, 17). Questa è la Pasqua: Io sono l’amore fedele – dice Gesù – ma se vuoi continuare ad abbracciarmi, ad essere unito a me, a sperimentarmi nella tua carne, ora porta questo amore, questa fedeltà, questa logica dell’amore che sa andare sino alla fine, alle mie sorelle e ai miei fratelli, vivilo lì, in mezzo ai tuoi.

Ho la possibilità di incontrare Dio nella Chiesa dove ascolto la sua Parola e accolgo il dono dello Spirito. San Paolo ci esorta a celebrare “Cristo nostra Pasqua” “non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azimi di sincerità e di verità”.
Amo il sogno e programma di Gesù: l’edificazione del Regno. Per questo vorrei vedere la Chiesa sempre più convertita al Vangelo. Una Chiesa in cui la donna occupi il posto desiderato da Gesù … Impegnarmi con la vita affinché la Chiesa venga riconosciuta amica dei peccatori,  una Chiesa che va in cerca dei “lontani”, che accoglie, ascolta e accompagna coloro che soffrono … una Chiesa dalle braccia spalancate e dal cuore grande … una Chiesa che non assuma “uno stile di controllo, di durezza, di normatività” (Papa Francesco), ma che annunci con fedeltà e misericordia l’amore di Dio conosciuto nella vita di Gesù che non ha esitato a dare la vita per tutti. Una Chiesa in cui la frequenza ai Sacramenti porti a farsi pane spezzato per gli altri, porti attenzione, cura e custodia per i più piccoli e deboli, per gli "invisibili", per gli ammalati, gli anziani e le persone sole che occupano un posto speciale nel cuore di Dio che è Padre e anche Madre. Una Chiesa in cui chiediamo al Signore che allontani in lei ogni indifferenza, ogni forma di competizione e di esclusione, Lui che non spegne il lucignolo fumigante né la canna incrinata, Lui che è davvero un Dio di misericordia.
Buone Resurrezioni, quindi, per tutti gli ambiti della nostra vita in cui ne abbiamo bisogno e il desiderio, che si fa preghiera, è che possiamo srotolare, aiutandoci, le pietre dei nostri sepolcri le une per le altre, in modo da poter correre a dare l’annuncio come Gesù Nostro Fratello ci ha detto di fare … Che possiamo sentirci tutte custodite nell’abbraccio di Dio e che possiamo cercare le vie dell’amore che sentiamo nel cuore e nelle belle Relazioni che Lui ci donerà.
Signore Gesù tu ci doni di rivivere i giorni della tua morte e risurrezione. Donaci la tenerezza di Maria di Betania che ti unse con l’olio profumato, la fedeltà delle donne del Vangelo che ti seguirono fino alla croce. Insegnaci ad accoglierci come tu ci hai accolti. Hai voluto condividere la sorte degli ultimi, dei crocifissi apri anche in nostri occhi sulla umanità più debole più povera e indifesa.
Signore Gesù sei morto e risorto non solo per noi, ma per la salvezza di tutte le genti. Ti affidiamo il cammino dei popoli, fa che cessi il terrore delle armi e vincano le ragioni del dialogo. Rispenda il tuo Amore gratuito ora e per tutti i secoli.
Signore Gesù fa che il segno che tu sei veramente risorto siano le nostre porte aperte, i nostri cuori accoglienti, la nostra solidarietà così daremo testimonianza di te in attesa di contemplare a viso scoperto la tua Gloria.
Signore Gesù con la tua Resurrezione ci chiami alla libertà, alla giustizia, alla pace ma ci chiami anche all’amicizia. In un mondo assediato dall’efficientismo e dai calcoli umani, insegnaci la gratuità degli affetti e la fedeltà dei sentimenti.
Signore Gesù allontana la nostra vita dalle visioni del fallimento e della morte. Dona speranza e voglia di ri-cominciare ai cuori delusi e affaticati. Fa' che ti serviamo nelle sorelle e nei fratelli sostenendo la speranza e sorreggendo la vita perché tu sei il segno del Dio vivente e vivificante ora e sempre. E così sia.

Ale Zambelli

venerdì 18 marzo 2016

Meditare e attendere


«Piegati, uomo! 
Ciò che hai appreso e costruito è effimero, 
se non lo consideri un tentativo 
che allora soltanto 
diverrà davvero nobile e degno, 
di avvicinarti, con ogni tua forza, 
alla comprensione della Realtà, 
fuori dello spazio e del tempo; 
lascia che la parola del Divino Mediatore risuoni nel tuo cuore, 
medita la sua eco e attendi 
quell’improvvisa illuminazione e partecipazione
che ti faccia ascendere di un balzo i gradini dell’ontologia esistenziale 
e dalla soglia del mistero
ti porti alla soglia dell’Essere».
F. Severi (1879-1961)