domenica 29 giugno 2014

Bagnati dal sole

Non c’è più pericolo
ora che siamo qui.
Anche questo ostacolo
ora ha senso è così.

Sento che oramai siamo vivi
a un passo da noi,
senza più strategie,
siamo qui a un passo da noi
bagnati dal sole
bagnati dal sole
Ho vissuto in bilico
mi è servito è così
ma non è stato facile
stare in piedi
stare qui
Sento che oramai siamo vivi
a un passo da noi,
senza più strategie,
siamo qui a un passo da noi

bagnati dal sole
bagnati dal sole

sento che oramai
siamo vivi
a un passo da noi

bagnati dal sole
bagnati dal sole
bagnati dal sole
bagnati dal sole…


La vita ci ha fatto intuire la sua pienezza e non chiedevamo altro… eravamo ad un passo dal nostro vero essere…  dal meglio di noi…bagnati, immersi in una luce che apriva orizzonti e scaldava l’anima.

Come avremmo voluto che quella fosse la nostra condizione stabile, invece incontriamo la fatica della quotidianità, delle contraddizioni, delle fragilità nostre e altrui…
E non è facile!

Ma aver sperimentato la vita vera, ci deve spingere a cercarla ancora, e forse anche a chiedere con più forza che si realizzi stabilmente in noi e in ciascuno.

E nel compimento della nostra vita, quando il Signore ci si manifesterà pienamente… non ci sarà più bisogno di mediazioni, di strategie, saremo stabilmente inondati dalla sua presenza amante.


Ma ora che siamo nostalgicamente in bilico… inesorabilmente sempre ad un passo da noi…  siamo comunque qui, vivi e in piedi, e anche se non è facile continuiamo a camminare e acceleriamo il passo…

sabato 28 giugno 2014

Salmo 37 (36)



Questo Salmo è diventato famoso anche nella tradizione cristiana a causa della ripresa di un suo versetto (v.11) nella beatitudine dei “miti” proclamata da Gesù in Mt 5,4.
E’ un acrostico alfabetico dove ogni lettera dell’alfabeto ebraico è posta all’inizio di una quartina.
L’autore del Salmo è un uomo carico di esperienza che, secondo la classica tipologia del genere sapienziale, si offre come maestro ai giovani discepoli che scalpitano e si scandalizzano per questioni di conoscenza religiosa.
Davanti a quell’ammasso di fatti scandalosi che è la storia, emerge una risposta biblica che ha questa formulazione: “Secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo”. L’autore del Salmo 37 (36) usa però questo schema della retribuzione non nel senso più rigido. I destinatari sono i “poveri” la cui sicurezza è innanzitutto legata alla parola di Dio, a cui essi aderiscono, nel silenzio e nella calma, prima ancora che alle ricompense visibili. La comunione con Dio già da ora assicura, più che ricchezze e benessere, il “possesso della terra” come salvezza, sazietà, benedizione, pace. La categoria “terra” ritorna nel Salmo ben 6 volte e si riferisce principalmente alla promessa patriarcale della terra e della discendenza, cioè della presenza di Dio nello spazio e nel tempo.


Non adirarti contro gli empi,
non invidiare i malfattori.
Come fieno presto appassiranno,
cadranno come erba del prato.
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Manifesta al Signore la tua via,
confida in lui: compirà la sua opera;
farà brillare come luce la tua giustizia,
come il meriggio il tuo diritto.
Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui;
non irritarti per chi ha successo,
per l’uomo che trama insidie.
Desisti dall’ira e deponi lo sdegno,
non irritarti: faresti del male;
perché i malvagi saranno eliminati,
ma chi spera nel Signore possederà la terra.
Ancora un poco e il malvagio scompare:
cerchi il suo posto, e più non lo trovi.
I miti invece possederanno la terra
e godranno di una grande pace.
 

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro difesa.
Il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.



giovedì 26 giugno 2014

La lussuria ha a che fare con il potere, più che col sesso



Continuiamo la pubblicazione dell’intervento di p. Timothy Radcliffe (8).

Si può avere l’impressione che la lussuria sia passione sessuale fuori controllo, desiderio sessuale selvaggio. Però Sant’Agostino, che comprese il sesso molto bene, credeva che la lussuria avesse a che vedere con il desiderio di dominare altre persone piuttosto che con il piacere sessuale. La lussuria è parte della libido dominandi, l’impulso di aumentare il nostro potere di controllo e convertirci in Dio. La lussuria ha più a che vedere con il potere che con il sesso. Come ha scritto Sebastian Moore, «la lussuria non è passione sessuale fuori del controllo della volontà, ma passione sessuale come camuffamento della volontà di essere Dio. Il compito che abbiamo davanti non è quella di sottomettere la passione sessuale alla volontà, ma di restituirla al desiderio, la cui origine e fine è Dio, la cui liberazione è la grazia di Dio che si manifesta nella vita, nell’insegnamento, la crocifissione e la resurrezione di Gesù Cristo (op. cit. 105).
Il primo passo per superare la lussuria non è sopprimere il desiderio, ma restaurarlo, liberarlo, scoprire che il desiderio è per una persona e non per un oggetto. Molti dei tristi scandali di abusi sessuali sui minori sono venuti da sacerdoti o religiosi che erano incapaci di confrontarsi in relazioni adulte con uguali. Potevano cercare solo relazioni in cui loro detenevano il potere e il controllo. Volevano rimanere invulnerabili.
Nell’Ultima Cena Gesù prende il pane e lo dà ai discepoli dicendo: «questo è il mio corpo offerto per voi». Egli consegna se stesso. Invece di prendere il controllo su di loro, si consegna ai discepoli perché facciano di lui quello che vogliono. E noi sappiamo quello che ne faranno. È l’immensa vulnerabilità dell’amore vero. La lussuria e il capriccio passeggero possono sembrare due cose molto differenti e tuttavia sono l’una il riflesso dell’altra. Nel capriccio uno converte l’altra persona in Dio, e nella lussuria uno in persona si fa Dio. Nel primo caso uno rinuncia completamente al potere, nel secondo uno si arroga il potere assoluto. Rowan Williams ha scritto che l’amore «si muove tra l’egoismo e l’abnegazione» (Lost Icons p.156). Ti dà una intenso sentimento di te stesso e al tempo stesso ti fa sparire dal campo della coscienza. Può darsi che la lussuria appaia quando prevale l’egoismo, e l’ossessione quando l’abnegazione è tale che uno perde completamente l’identità.
Così la castità è vivere nel mondo reale, guardando all’altro come lui, o lei, e a me come io sono. Non siamo né esseri divini né semplici pezzi di carne. Entrambi siamo figli di Dio. Abbiamo la nostra storia. Abbiamo fatto voti e promesse. L’altro è impegnato in una coppia o con un coniuge. Noi come sacerdoti o religiosi siamo consegnati ai nostri ordini o diocesi. È così come ci troviamo, impegnati e legati ad altri impegni, che possiamo imparare ad amare con il cuore e gli occhi aperti.
Questo è duro perché viviamo nel mondo di internet della World Wide Web. È il mondo della realtà virtuale, dove possiamo vivere in mondi di fantasia come se fossero reali. Viviamo in una cultura in cui risulta difficile distinguere tra fantasia e realtà. Tutto è possibile nel mondo cibernetico. Per questo la castità è difficile. È il dolore di scoprire la realtà. Come possiamo rimettere i piedi per terra?

sabato 21 giugno 2014

Salmo 36 (35)



Il tema del Salmo 36 (35) è questo: la malizia umana, causa di pessimismo e di scoraggiamento, non può vincere lo splendore della bontà di Dio.
Nei vv. 6-7 ci sono 4 espliciti attributi di Dio (grazia, fedeltà, giustizia come salvezza, giudizio) collegati a 4 vocaboli cosmici (cielo, nubi, monti, abisso), segni di totalità e perfezione, come i 4 punti cardinali che abbracciano e riassumono tutto l’orizzonte.
Nel pensiero biblico l’ateismo non è tanto una questione teorica quanto un atteggiamento pratico: l’ateo infatti ritiene Dio indifferente e alieno rispetto alle vicende della storia.
Il credente è invece definito come “retto di cuore”, cioè colui che ha la coscienza rettamente orientata, ispirata dalla Torah, la legge ispirata, suprema norma del suo agire.
La religiosità proposta da questo Salmo è perciò profondamente interiore, personale ed esistenziale. Nel ricordo degli attributi salvifici di Dio, il credente vince la paura e sa di essere protetto da un grande difensore.


Nel cuore dell'empio parla il peccato,
davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio.
Poiché egli si illude con se stesso
nel ricercare la sua colpa e detestarla.
Inique e fallaci sono le sue parole,
rifiuta di capire, di compiere il bene.
Iniquità trama sul suo giaciglio,
si ostina su vie non buone,
via da sé non respinge il male.
Signore, la tua grazia è nel cielo,
la tua fedeltà fino alle nubi;
la tua giustizia è come i monti più alti,
il tuo giudizio come il grande abisso:
uomini e bestie tu salvi, Signore.
Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali,
si saziano dell'abbondanza della tua casa
e li disseti al torrente delle tue delizie.
E' in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
Concedi la tua grazia a chi ti conosce,
la tua giustizia ai retti di cuore.
Non mi raggiunga il piede dei superbi,
non mi disperda la mano degli empi.
Ecco, sono caduti i malfattori,
abbattuti, non possono rialzarsi.