martedì 28 aprile 2015

Papa a Scholas Occurrentes: ricostruire patto educativo, no a deleghe





Non cambieremo il mondo, se non cambiamo l'educazione; per farlo occorre costruire ponti e ricostituire il patto educativo a scuola, in famiglia e nella società: è quanto ha affermato ieri pomeriggio il Papa, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, in videoconferenza con i con ragazzi disabili collegati da varie parti del mondo, per la chiusura del IV Congresso Mondiale "Scholas Occurrentes”. La rete internazionale di scuole, nate in Argentina per volere dell’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, oggi conta 400mila istituti, sparsi nei 5 continenti uniti da sport, scienza e tecnologia. Presentate anche nuove sinergie con l'università Lumsa di Roma e progetti in Mozambico. Massimiliano Menichetti:
In ogni ragazzo c'è un tesoro
Le mani aperte verso lo schermo che salutano, il volto che esprime gioia e gratitudine del Papa e dei ragazzi in videoconferenza. E’ l’istantanea piena di forza di questo incontro tra Francesco nell’Aula del Sinodo in Vaticano, con altre 260 persone, e i ragazzi disabili collegati da Stati Uniti, Sud America, Africa, Australia, Medio Oriente. I volti di Isabel, Pedro, Alisia, Elvira, Taylor, Manosh e Bauti sono stati i testimoni che hanno chiuso il IV Congresso Mondiale di Scholas Occurrentes. Hanno raccontato le loro storie dialogando con il Papa. Storie difficili di ragazzi che vivono la disabilità, ma non per questo sconfitti, anzi hanno conquistato, lo sport, la voglia di usare telecamere, tablet, di dire agli altri "non scoraggiatevi mai":
"Todos ustedes tienen un cofre …
In tutti voi c’è uno scrigno e dentro c’è un tesoro. Il vostro lavoro è aprire lo scrigno, tirare fuori il tesoro, farlo crescere, darlo agli altri e ricevere quello degli altri. Ognuno di noi ha un tesoro dentro. Se lo lasciamo chiuso, resta nascosto, se lo condividiamo con gli altri, il tesoro si moltiplica con i tesori che vengono dagli altri”.
Raggiungere l'armonia non è raggiungere compromessi
Papa Francesco ha parlato della necessità di raggiungere l’armonia, che non è - ha precisato - "raggiungere dei compromessi, regole, una parziale capacità d’intendersi":
“Armonia es de alguna manera crear entendimiento…
L’armonia, in qualche modo, è creare la capacità di intendere le differenze, accettare le differenze, dare valore alle differenze e lasciare che si armonizzino"
Il patto educativo rotto
Quindi ha centrato la sua attenzione sul patto educativo:
“El pacto educativo que se da entre la familia…
Il patto educativo che si dà in famiglia, a scuola, nella patria, nella cultura è rotto".
Non delegare educazione
Il patto educativo rotto – ha spiegato - significa che sia la società sia la “famiglia sia le diverse istituzioni delegano l’educazione agli addetti all’educazione”, “ai docenti, che generalmente mal pagati hanno sulle spalle questa responsabilità e se non ottengono un risultato, vengono ripresi”. “Nessuno – ha proseguito – però riprende le diverse istituzioni che hanno rinunciato al patto educativo, lo hanno delegato”. E il Papa si è detto vicino ai docenti, per questo difficile compito. Valorizzando l’esperienza di Scholas
 Occurrentes ha evidenziato lo sforzo a voler ricostruire “armonicamente il patto educativo” e la strada di cultura, sport e scienza per edificare ponti:
“Scholas quiere armonizar el lenguaje de la cabeza…
Scholas vuole armonizzare il linguaggio della testa con il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. Che una persona, che un ragazzo, che un giovane pensi a quello che sente e a quello che fa; senta quello che pensa e quello che fa; faccia quello che sente e quello che pensa"
I Paesi non rinneghino la propria cultura
Per il Papa bisogna arrivare ad un “patto educativo” “assunto da tutti”, per sconfiggere la “crisi della civilizzazione”. Poi ha introdotto una vera e propria pedagogia per raggiungere l’armonia: “Ogni Paese cerchi” nella “tradizione storica, popolare le cose
 fondanti”. Le studi, le diffonda. “La cultura italiana, per esempio – ha detto - non può rinnegare Dante come fondamento”, quella Argentina, “Martin Fierro”.
Il gioco  come cammino educativo
Cultura ma anche gioco ha indicato Francesco:
“El Libro de la Sabiduria dice…
Il Libro della Sapienza dice che Dio giocava, la sapienza di Dio giocava. Riscoprire il gioco come cammino educativo, come espressione educativa. Quindi l’educazione non è solamente informazione, è creatività nel gioco. Quella dimensione ludica che ci fa crescere nella creatività e nel lavoro insieme”.
La ricerca della bellezza
Imprescindibile in questo cammino verso l’armonia la ricerca della la bellezza, “che ci fonda”  ha sostenuto “ con la nostra arte, con la nostra musica, con la nostra pittura, con la nostra scultura, con la nostra letteratura”. Il Pontefice ha valorizzato anche la creatività e i tre linguaggi: delle mani, del cuore e della mente perché “questa scintilla” delle
 Scholas Occurrentes “che è nata continui ad estendersi in un fuoco che aiuti a ricostruire, ad armonizzare il patto educativo”.
Il colloquio con i ragazzi
Toccante il momento in cui Papa Francesco ha parlato con i ragazzi. La piccola
 Isabel non vedente, di 13 anni, che ama l’atletica ha chiesto al Papa di dire a chi in difficoltà “di non arrendersi, perché con un po’ di sforzo si può arrivare dove si vuole”. Ad Alicia Francesco invece ha confessato di non saper usare bene la macchina fotografica e "il computer”. Taylor ha aperto il suo cuore: “ho incontrato molti ostacoli nella mia carriera scolastica. La mia lotta più grande è quella di essere in grado di condividere i miei pensieri per non perdere il passo e andare avanti”. Spiegando la lentezza a cui è costretto dalla sua disabilità ha chiesto al Papa come affrontare questo muro. E il Papa ha detto che non "bisogna spaventarsi mai di fronte alle difficoltà" perché "siamo capaci di superarle tutte, abbiamo solo bisogno di tempo per capire, intelligenza per trovare la via e coraggio per andare avanti, per non spaventarsi mai”. Francesco ha poi ribadito a Manosh la bellezza nel costruire ponti come insegna “Scholas Occurrentes”, perché: “quando voi comunicate date il meglio che avete dentro e ricevete dagli altri il meglio che hanno dentro. 
(videoconferenza 06/02/2015)

domenica 19 aprile 2015

«Andate controcorrente»

«Costruite un mondo di bellezza, di bontà e di verità». È l'esortazione che Papa Francesco ha rivolto a un gruppo di circa 500 giovani della diocesi di Piacenza-Bobbio, in pellegrinaggio a Roma in occasione dell'Anno della Fede. 
A guidare il pellegrinaggio, il vescovo di Piacenza, monsignor Gianni Ambrosio. «A me piace stare con i giovani», ha esordito
il Papa, perché sono «portatori di speranza» e «artefici del futuro» ed è «una cosa bella andare verso il futuro, con le illusioni», ma è anche una «responsabilità».

I giovani, ha sottolineato il Pontefice, dentro di sé hanno tre voglie: «voglia di bellezza», di bontà e di verità. «E queste tre voglie che voi avete nel cuore, dovete portarle avanti. Fare il futuro con la bellezza, con la bontà e con la Verità. Avete capito? Questa è la sfida: la vostra sfida», ha aggiunto.
E riprendendo una frase già pronunciata durante la Gmg di Rio de Janeiro, Papa Francesco ha esortato i ragazzi «fare rumore. Dove ci sono i giovani - ha detto - deve esserci rumore. Un'esortazione che non ha nulla a che fare con il baccano o la voglia di “fare casino”: «Per favore, andate controcorrente. Siate coraggiosi, coraggiose: andate controcorrente». E per Bergoglio andare controcorrente significa saper dire di “no” ad alcol e droga. «Andate controcorrente. Andate avanti. Ma con i valori della bellezza, della bontà e della verità». Nel salutare i ragazzi, il Papa ha augurato «tutto il bene, un bel lavoro, gioia nel cuore» e insieme con loro prega la Madonna perché «ci dia la grazie del coraggio per andare avanti e controcorrente».
                                                                                                                                                                         

Papa Francesco ai giovani della diocesi di Piacenza-Bobbio, in pellegrinaggio a Roma in occasione dell'Anno della Fede il 28 agosto 2013.

Ascolta "voglio coraggio" dei The Sun


Voglio Coraggio

Notte fonda, buio pesto
Fisso il vuoto che detesto
Il mondo piange in un inferno
Voglio uscire dal silenzio
I dubbi sono inesistenti
Le risposte spesso assenti
Ma chiudo qui col mio passato
Il futuro non va aspettato

E' adesso il momento di dare il meglio a viso aperto
Questo è coraggio: buttarsi anche se c'è il vuoto
Svegliati orgoglio!
Difendi chi è più nel bisogno
Voglio coraggio!
Chi cambia sé cambia il mondo

Scarpe nuove appese al chiodo
C'è esclusione, non c'è gioco
Senza spazio il tempo è morto
Non ci sto, gli tengo un posto
Il Bel Paese è in affanno
deriso e vinto, un urlo spento
Ma tutto inizia dall'interno
Un uomo nuovo è un nuovo inizio

Se tutti gli sforzi, le attese, le lotte non bastano a dire
quello che sei
Stringi un po' i denti
Il domani ci chiama
E' un appello, è il momento atteso, lo sai
Tutto parte da noi.

Voglio coraggio!
Io credo in Te e cambio il mondo
Francesco Lorenzi (The Sun)

domenica 5 aprile 2015

Risorgi





Risorgi, ora che la paura
domina la speranza.

Risorgi e donaci parole coraggiose
e spighe di calore,
affinché questa generazione
spezzi le catene.

Risorgi e donaci pace nei cuori
non più abitati dalla gioia,
tu che ci accogli senza
soffocare il nostro grido.

Risorgi e donaci la pazienza,
unica cura,
quando il male è scaltro.

Risorgi e donaci occhi
lacrimanti di stupore.

Risorgi, silenzioso,
a riempire la casa di luce.



Don Luigi Verdi

giovedì 2 aprile 2015

Buon Triduo pasquale!






"Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. " (Vangelo di Gesù secondo Giovanni, 13, 1)

"L'amore conta! Conosci un altro modo per fregar la morte?" (Luciano Ligabue)