«Non spettatori ma protagonisti» nelle «sfide»
del mondo contemporaneo. Non mediocri o annoiati, non omologati. «Non si può
vivere senza guardare le sfide», «non state al balcone, lottate per dignità e
contro la povertà». Questo lo stile di vita che il papa latinoamericano
ha proposto ai giovani, celebrando nella basilica vaticana i vespri di Avvento,
primo incontro con gli universitari degli atenei romani del suo pontificato.
«Vivere, mai vivacchiare», ha detto, e «non lasciatevi rubare l'entusiasmo
giovanile».
Gli studenti delle università romane, in
particolare quelle pontificie, sono uno spaccato di giovani da diverse parti
del mondo. Incontrandoli oggi, in un contesto liturgico e di preghiera, papa
Bergoglio ha lanciato alcuni messaggi, sulla linea di altri incontri con i
ragazzi, come, tra gli altri, quello con i giovani argentini, a Rio, nell'ambito
della Giornata mondiale della gioventù. Tra l'altro, a braccio, ha inserito il
richiamo a non vivere stando al balcone. Erano presenti in basilica anche
rettori e docenti di altri atenei italiani, cardinali, diverse autorità, tra
cui il sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Papa Francesco ha chiesto agli universitari di
ispirarsi non alla «sfera» che «livella sporgenze e differenze», ma al
«poliedro», che rispetta la «molteplicità» e «l'unità nella varietà». Non
fatevi «rubare l'entusiasmo giovanile», ha esortato, dovete «vivere, mai
vivacchiare», come disse Piergiorgio Frassati, ragazzo piemontese di
una buona famiglia del Novecento, che per la Chiesa è oggi un beato. «Il
pensiero - ha spiegato il Pontefice - è fecondo quando è espressione di una mente
aperta, che discerne, sempre illuminata dalla verità, dal bene e dalla
bellezza: se non vi lascerete condizionare dall'opinione dominante, ma
rimarrete fedeli ai principi etici e religiosi cristiani, troverete il coraggio
di andare anche contro-corrente». «La pluralità di pensiero e di individualità
- ha affermato papa Francesco - riflette la multiforme sapienza di Dio quando
si accosta alla verità con onestà e rigore intellettuale, così che ognuno può
essere un dono a beneficio di tutti».
Nel vivere coerentemente con il Vangelo, ha
suggerito, «può essere di aiuto la bella testimonianza del beato Pier Giorgio
Frassati, il quale diceva: `Vivere senza una fede, senza un patrimonio da
difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma
vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere´».
«Sapete cari giovani universitari - ha detto il
Papa in un inserto a braccio - che non si può vivere senza guardare le sfide,
senza rispondere alle sfide». «Per favore, - ha raccomandato - non guardate la
vita dal balcone, mischiatevi lì dove ci sono le sfide, la vita, lo sviluppo,
la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per
i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno». Prima di iniziare i vespri,
il Papa ha ascoltato con molta attenzione il saluto di un rettore - del quale
non è stato fornito il nome né l'ateneo di provenienza - che ha denunciato il
fallimento della «meritocrazia» di fronte alla «legge del più forte», ai
«tagli» decretati dalla dittatura delle «agenzie di rating, della
obbedienza alla finanza». Il professore ha raccontato anche il caso di studenti
che lavorano in nero per pagare gli studi all'unico fratello che la famiglia
può mantenere all'università, e ha denunciato la «morte di un ceto medio». In
tale contesto, ha detto il rettore, è vitale il richiamo del Papa ai «valori»:
«abbiamo bisogno - ha detto - del suo richiamo alla speranza e alla carità»
e «ci verrà chiesto come abbiamo usato i talenti» senza cedere
all'«utilitarismo immediato».
Papa Francesco agli studenti degli
atenei romani 30/11/2014