sabato 2 agosto 2014

Salmo 42-43 (41-42)

Per vari motivi di carattere letterario viene riconosciuta nei Salmi 42-43 un’unica e omogenea composizione. Uno di questi motivi è la ripetizione dell’identica antifona a metà e alla fine del Salmo 43 e alla fine del 44: “Perché ti rattristi, anima mia?...”, che risulta un raro esempio biblico di dialogo interiore e di introspezione psicologica.
Il Salmo 42-43 si apre all’improvviso con una comparazione, costruita su un’immagine e su un paesaggio di grande poesia: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così la mia anima anela a te o Dio”. Queste parole esprimono un desiderio vitale. Nel grido di dolore della cerva assetata il Salmista sembra riflettere la sua tragedia di esule, di isolato, di “scomunicato” da quella fonte di vita che è il tempio, forse nella circostanza della deportazione in Babilonia.
Il simbolo dell’acqua ricorre più volte nel Salmo 42-43: è segno di vita (nell’aspetto dissetante), segno di morte (acqua oceanica distruttrice) e infine ancora segno di fecondità con riferimento a Dio.
Il rito romano latino ha lungamente usato il solo Salmo 43 come preghiera d’introduzione alla liturgia eucaristica, a motivo della tensione che il salmo offre verso la celebrazione liturgica. Nella ripetizione dell’antifona-ritornello “Perché ti rattristi, anima mia?...”, nel Salmo si percepisce un crescendo che va dal ricordo del “santo monte” alla dimora di Dio, dall’altare a Dio stesso.
(42)
Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: "Dov'è il tuo Dio?".
Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge:
attraverso la folla avanzavo tra i primi
fino alla casa di Dio,
in mezzo ai canti di gioia
di una moltitudine in festa.
Perché ti rattristi, anima mia,
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
In me si abbatte l'anima mia;
perciò di te mi ricordo
dal paese del Giordano e dell'Ermon, dal monte Misar.
Un abisso chiama l'abisso al fragore delle tue cascate;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.

Perché ti rattristi, anima mia,
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

(43)
Manda la tua verità e la tua luce;
siano esse a guidarmi,
mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore.
Verrò all'altare di Dio,
al Dio della mia gioia, del mio giubilo.
A te canterò con la cetra, Dio, Dio mio.
Perché ti rattristi, anima mia,
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.