“Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita,
perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia
il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita
eterna che dimora in lui.
In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che Gesù ha
dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i
fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo
fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore
di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e
nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui
rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio
è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa”. (1Gv 14-20)
Siamo disorientati, ci spazientiamo di fronte al male che vediamo fuori di noi e
spesso in noi e da noi. I fatti, le azioni certamente dicono se si agisce con verità, se c’è vero
amore nel cuore delle persone. A volte “ci prendiamo” a giudicare la cattiveria
delle azioni altrui; ma chi può leggere ciò che sta dentro il cuore delle altre
persone? Chi può conoscere le intenzioni che muovono le azioni? Ciò che invece
è sicuro, è vero, è che, mentre giudichiamo gli altri, ci esponiamo alla
pericolosa illusione di essere noi persone buone, vere nel fare il bene. “In
questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il
nostro cuore…” quando ci impegniamo a “dare la vita per i fratelli”. Lasciamo a
Dio giudicare gli altri che “è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa”,
noi… amiamo!
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