Adesso possiamo rispondere alla seconda domanda:
che cosa ha lasciato la Croce in coloro che l’hanno vista e in coloro che
l’hanno toccata? Che cosa lascia la Croce in ciascuno di noi? Vedete: lascia un
bene che nessuno può darci: la certezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un
amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra
sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per
vincerla e salvarci. Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c'è la sua
immensa misericordia. E questo è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale
possiamo credere. Cari giovani, fidiamoci di Gesù, affidiamoci a Lui (cfr
Lettera enc. Lumen fidei, 16) perché Lui non delude mai nessuno! Solo in
Cristo morto e risorto troviamo la salvezza e la redenzione. Con lui, il male,
la sofferenza e la morte non hanno l'ultima parola, perché Lui ci dona speranza
e vita: ha trasformato la Croce dall'essere uno strumento di odio, di sconfitta
e di morte ad essere un segno di amore, di vittoria, di trionfo e di vita.
Il primo nome dato al Brasile è stato proprio quello
di “Terra de Santa Cruz”. La Croce di Cristo è stata piantata non solo
sulla spiaggia più di cinque secoli fa, ma anche nella storia, nel cuore e
nella vita del popolo brasiliano e in molti altri popoli. Il Cristo sofferente
lo sentiamo vicino, uno di noi che condivide il nostro cammino fino in fondo.
Non c'è croce, piccola o grande che sia, della nostra vita che il Signore non
condivida con noi.
Ma la Croce di Cristo invita anche a lasciarci
contagiare da questo amore, ci insegna allora a guardare sempre l’altro con
misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi
aspetta una parola, un gesto, la Croce ci invita ad uscire da noi stessi per
andare loro incontro e tendere loro la mano. Tanti volti li abbiamo visti nella
Via Crucis, tanti volti hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il
Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne… Io oggi ti chiedo: Tu come chi di
loro vuoi essere? Vuoi essere come Pilato che non ha il coraggio di andare
controcorrente per salvare la vita di Gesù e se ne lava le mani. Dimmi: sei uno
di quelli che si lavano le mani, che fa il finto tonto e guarda dall'altra
parte? O sei come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, come
Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla
fine, con amore, con tenerezza. E tu, come chi di questi vuoi essere? Come
Pilato, come il Cireneo, come Maria? Gesù ti sta guardando adesso e ti dice: mi
vuoi aiutare a portare la Croce? Fratelli e sorelle: con tutta la forza di
giovane, che cosa Gli rispondi?
Cari giovani, alla Croce di Cristo portiamo le nostre
gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi; troveremo un Cuore aperto che
ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore
nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso
amore.
VIA CRUCIS CON I GIOVANI
DISCORSO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
Lungomare di Copacabana,
Rio de Janeiro, Venerdì, 26 luglio 2013
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