giovedì 4 ottobre 2012

Riflessione biblica sul tema "Figli del Re" (A cura di Sr Luisa Carraro)


La domanda è – Chi sei tu?” dice il babbuino Rafiki. 
Chi siamo noi? 
Non veniamo dal nulla, non siamo apparsi all’improvviso sulla terra senza nessun legame, senza appartenenze.. 
Nasciamo innanzitutto come “figli di..” e possiamo scorgere, guardando i nostri lineamenti, l’immagine di qualcun altro. 

Certo, dei nostri genitori, ma magari non ne siamo sempre felici.. magari avremmo preferito non ritrovare in noi i loro difetti, le loro fragilità.. Forse possiamo scorgere in noi le caratteristiche dei nostri nonni o delle nostre nonne, dei nostri parenti… Ma c’è qualcosa di più.. qualcosa che ci sfugge.. che va oltre..

Proviamo a guardare questa immagine, come Rafiki invita Simba a fare: “Guarda la tua immagine.. guarda.. Lui vive in te..”. Possiamo riconoscere in noi l’immagine del volto di Dio, Dio che ci ha volute e amate fin dall’inizio.. Dio che abita in noi, vive in noi: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Cor 3, 16)

Chi è questo Dio? Chi è il Signore di cui si parla nel
Salmo 92: “Il Signore regna, si ammanta di splendore;/ il Signore si riveste, si cinge di forza; / rende saldo il mondo, non sarà mai scosso./Saldo è il tuo trono fin dal principio..” (Sal.92). Chi è questo Re dei Re di cui si parla nell’Apocalisse (“14Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re; quelli che stanno con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli.” Ap.17,14)?

“..Il Signore, vostro Dio, è vostro Re..”(1 Sam 12,12). “Sei il figlio di Mufasa!”, siamo figli del Re possiamo dire noi.
Siamo figli di un Re: anche san Paolo lo ricorda scrivendo a Timoteo: “Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori..
” (1Tm 6,13-15).
Facciamo parte di un Regno, come ricorda il B. Giordano di Sassonia a Diana degli Andalò: “Non sei povera, ma regina di un grande Regno” (B. Giordano). Nella vita religiosa il voto di povertà è un lasciare tutto, ma per entrare nella reggia di Dio, per guadagnare la “perla preziosa”, per celebrare i suoi doni (“Che cos’hai che non ti sia stato donato?”).

Siamo figlie del RE, ma quale Re? Nel film di cui abbiamo visto un piccolo pezzo è evidente: ci possono essere vari tipi di re, il Re Mufasa o il Re Scar. Com’è il Re di cui siamo figlie? Lo conosciamo?

Tutta la Bibbia ci racconta chi è il nostro Re.. E’ un Re a cui appartiene la gloria, la potenza, la salvezza (Ap 19, 1: “Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio..”), ma gli appartengono anche la bontà e la misericordia (“Celebrate il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia.” Sal.117,1).

E’ un Re che ha sempre abitato in mezzo al suo popolo (da quando scende a passeggiare nel giardino dell’Eden alla nube che accompagna il popolo nel deserto, ecc), ma che il suo popolo ha riconosciuto e scoperto solo gradualmente, fino alla Buona Notizia di Gesù: “Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. (Ef 2, 19-22)”

Il volto del nostro Re, che nell’Antico Testamento era espresso in termini di forza, di potenza (Il Signore degli Eserciti, il Signore potente in battaglia..), ma anche di dolcezza (lo Sposo del Cantico dei Cantici..), via via nel Nuovo Testamento diventa sempre più evidente: “Dio è Amore(1 Gv 4,8)”. Amore gratuito, Amore che non fa violenza, ma “bussa alla porta” della nostra vita, del nostro cuore e rimane in attesa che gli apriamo. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. (Gv 14, 23)

Le caratteristiche dell’Amore, i lineamenti del volto del nostro Re, li ritroviamo in Paolo, nella prima Lettera ai Corinti: La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.” (1 Cor. 13, 4-8)
Questo è il nostro Re, questo è il Padre di cui Gesù ci rivela il volto: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”(Gv 14, 9).
Il nostro film finiva dicendo: “Ricordati chi sei tu: Tu sei mio figlio e l’unico vero re..”. Proviamo oggi a lasciarci abitare da questa verità: siamo figlie, siamo anche noi chiamate a diventare Regine. “Questo vi ho detto, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”(Gv 15, 11)

Ritroviamo in noi l’immagine di Dio Amore e accogliamo, facciamo spazio in noi alla sua presenza per essere pienamente noi stesse.


Dal "Dialogo della divina Provvidenza" di santa Caterina da Siena.
Capp.153 e 167. Messaggio di santa Caterina da Siena. Vincenziane, 1970,326‑327.172‑175. Testo adattato.

O Padre eterno! O fuoco e abisso di carità! O eterna bellezza, o eterna sapienza. o eterna bontà, o eterna clemenza! O speranza, o rifugio dei peccatori! O larghezza inestimabile, o eterno e infinito bene! O pazzo d'amore! E hai tu bisogno della tua creatura? Si, a me sembra, perché tu hai modi tali come se tu senza di lei non potessi vivere, sebbene tu sia la vita e ogni cosa abbia vita da te, e senza di te nessuna cosa vive. ( Gv 1,3‑4 )
E perché mai sei cosi impazzito? Perché t'innamorasti della tua fattura, ti compiacesti e dilettasti in lei, e come ebbro della sua salute la vai cercando mentre ella ti fugge e più si allontana e più a lei ti avvicini; e più vicino non potevi venire che vestendoti della sua umanità.
.. Grazie siano rese a te, Padre eterno, che non hai disprezzato me, tua creatura; non hai voltata la tua faccia da me, ne hai disprezzati i miei desideri.
Tu, luce, non hai guardato alle mie tenebre; tu, vita, non hai guardato a me che sono morte; tu, medico, alle mie gravi infermità; tu, eterna purità, a me che sono piena del fango di molte miserie; tu, che sei infinito, a me che sono finita; tu, sapienza, a me che sono stoltezza.
.. Nella tua sapienza ho conosciuto la verità, nella tua clemenza ho trovato la tua carità e la dilezione del prossimo. Chi ti ha costretto a far questo? Non le mie virtù, ma solo la tua carità.
Questo medesimo amore ti costringa ad illuminare l'occhio del mio intelletto con la luce della fede, perché io conosca e intenda la tua verità, che hai manifestata a me. Concedimi che la mia memoria ricordi sempre i tuoi benefici, la mia volontà arda nel fuoco della tua carità..
Tu, Trinità eterna, sei un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile e l'anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia mai, ma le rimane sempre la fame di vederti con la luce della tua luce. (Sal 35,10 )
.. Io ho gustato e veduto col lume dell'intelletto nella tua luce, l'abisso tuo, Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, guardando me in te, vidi che io sono tua immagine, partecipe, per tuo dono, della potenza tua, Padre eterno, e della sapienza tua nel mio intelletto, sapienza che è appropriata al tuo unigenito Figliuolo. Lo Spirito Santo, poi, che procede da te e dal Figliuolo tuo, mi ha data la volontà con cui posso amarti.
Nella luce della fede, nella sapienza del Verbo tuo Figlio acquisto la sapienza; nella luce della fede sono forte, costante e perseverante; nella luce della fede spero: essa non mi lascia venir meno nel cammino. Questa luce m'insegna la via e senza di essa camminerei nelle tenebre. Perciò ti dissi, Padre eterno, che tu mi illuminassi con la luce della santissima fede.
Veramente questa luce è un mare, perché nutre l'anima in te, mare pacifico, Trinità eterna. (..)Essa è uno specchio per mezzo del quale tu, Trinità eterna, mi fai conoscere; poiché, guardando in questo specchio e tenendolo con la mano dell'amore, esso mi rappresenta me, tua creatura, in te, e te in me, per l'unione che facesti della deità con la nostra umanità.
Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu, cibo degli angeli, ti sei dato agli uomini con fuoco d'amore. Tu, vestimento che copri ogni nudità, pasci gli affamati nella tua dolcezza che è dolce senza alcuna amarezza.
Chi potrà giungere alla tua altezza e renderti grazie di tanto smisurato dono e dei larghi benefici, quanti tu hai dati a me, e della dottrina della verità che tu mi hai data?
.. Vesti, vesti me di te, Verità eterna, sì che io corra questa vita mortale con vera obbedienza e col lume della santissima fede, del quale lume mi sembra che tu di nuovo inebri l'anima mia. Siano rese grazie a Dio. Amen.

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