mercoledì 3 luglio 2013

Dio, unione dell' io, del tu... NOI!

Un estratto da “LA PROFEZIA DELLA VITA COMUNE” di Ermes Ronchi

Partire da una Buona Notizia! Siamo a immagine della Trinità.
Il dono da chiedere sempre a Dio è quello di accorgerci che l'altro esiste (Simone Weil). Perché
equivale ad accorgersi di Dio. Chi ha saputo vedere il volto di suo fratello ha saputo vedere il volto di Dio (Evagrio il Pontico).

Dove 2 o 3 sono riuniti nel mio nome, io sono tra loro... «lo Spirito non è più nell'io, ma tra l'io e il tu» (M. Buber). Lo Spirito è nello scambio, nel legame. La verità è che viviamo la vita in modo precipitoso e superficiale; e così ci sfuggono una moltitudine di sorgenti di senso e di felicità. Se fossimo capaci di riempire di luce, di tenerezza, di generosità le realtà che dal grigio quotidiano ci vengono incontro, la nostra vita di ogni giorno ne sarebbe trasformata, trasfigurata.

Dobbiamo cominciare il cammino di testimonianza del vangelo così come comincia il Vangelo.
La prima riga di Marco, di estrema sobrietà, dice: "Inizio della Buona Notizia". A partire da che cosa ricominciare a vivere, ricominciare a progettare? Da una buona notizia e quindi non da
pessimismo, non da amare constatazioni, neanche dall’analisi esatta della nostra situazione di crisi. Noi dobbiamo ricominciare da una buona notizia per essere secondo il Vangelo. Perché non siamo noi il fondamento della Comunità, ma il fondamento è: una buona notizia. Siamo riuniti nel nome del Signore.

Quindi ricominciare dalle cose buone, dal Signore Dio, dallo Spirito che è tra 1'io e il tu, dal buon
grano che c'è seminato in tutte le persone, in tutte le comunità. Servono occhi nuovi, occhi grandi,
dobbiamo seminare occhi nuovi. Cominciare da una cattiva notizia: da questa situazione di crisi
in cui viviamo, dal progressivo impoverimento, questo è solo apparente intelligenza, che però non
contiene la sapienza del Vangelo.

Quali sono le buone notizie a fondamento della Comunità?
La prima di queste è che noi come persone siamo create non a immagine di Dio, ma, di più, a immagine della Trinità. Non siamo creati a immagine del Padre, o del Figlio, ma dell'intera Trinità.

Dio non è in se stesso solitudine e io non sono in me stesso solitudine. L'oceano della vita di Dio vibra di un infinito movimento di amore, di ricerca reciproca e l'oceano della mia vita interiore deve vibrare di un analogo movimento di amore e di interesse e di ricerca verso gli altri.

Nella Trinità c'è questa reciprocità, scambio, superamento di sé, verso la comunione. E questo è il
mio punto di arrivo, il mio progetto, la mia essenza nella vita comunitaria. In principio, è posto un
legame come essenza di Dio e dell'uomo. Allora voi capite che la natura di ogni uomo e di ogni donna, il suo scopo, non può essere il possesso della propria solitudine. La natura umana si identifica in questo grande scambio di vita che è la Trinità e che fa esistere le persone ognuna per le altre, ognuna attraverso le altre, ognuna con le altre.

La spiritualità cristiana è necessariamente una spiritualità del noi, e quindi una spiritualità
comunitaria. Perché trinitaria.
La comunità è già posta dentro ciascuno, dal principio è nell'essenza della natura umana, come
lievito, sale, luce, come seme di verità, se crediamo che siamo creati a immagine e somiglianza della Trinità.

Il carisma comunitario di una Congregazione non nasce quindi dalle sue Costituzioni, dalle
intuizioni dei Fondatori, ma viene dalla stessa origine trinitaria della vita e tende a quella che è la meta dell'intera creazione: la comunione. Come c'è un solo Dio in tre Persone, così in Cristo noi siamo tutti membra gli uni degli altri, la Chiesa è un solo corpo in molte persone. Antropologia trinitaria da riscoprire.

Le creature umane non solo sono simili ma, consustanziali, fatte della stessa sostanza, così
come le persone della Trinità. Allora è vero quel detto ebraico: "Chi salva un solo uomo ha
salvato l'intera umanità".
Allora se io assumo veramente la buona notizia della mia origine io mi dilato al di là dei limiti della persona, mi faccio immenso nel corpo di Cristo, non sono più separato da nessuna esistenza, tendo a portare in me l'intera umanità.


Ricordiamoci, allora, tenacemente, conserviamo nel cuore, facciamo memoria perseverante, confrontiamo: il punto di partenza della comunità deve essere una buona notizia. Che non è la mia bontà, i miei talenti, la mia bravura nell'andare incontro agli altri, ma io ho già in me, e le mie sorelle hanno dentro di loro come sostanza propria, come specifico dell'umano, il respiro di Dio.

Lo specifico dell'umano è il divino in noi, allora io e le mie sorelle abbiamo come sostanza costitutiva la vita trinitaria, e quindi la vita comunitaria. Si tratta di prendere consapevolezza che la vita comune è la fatica aspra e gioiosa di liberare il volto trinitario che è già dentro di noi.


2 commenti:

Laura ha detto...

L'io non può star senza il tu (Feuerbach)
Perchè è l'idea di insieme che ci dà il Noi che ci completa (Laura Di Fabio)

Sr. Maria Rosa ha detto...

E’ sorprendente accorgersi che la vita ti regala ogni giorno, in ogni età, dentro ad ogni situazione….qualcosa di nuovo, qualcosa di bello, di meraviglioso, ti fa scoprire e apprezzare aspetti che non avevi ancora colto o che avevi sottovalutato.

Alla mia non più giovane età, ero quasi tranquilla che le molteplici esperienze di vita vissute
cammin facendo mi avessero rivelato tutto o quasi, soprattutto per quel che riguarda la vita religiosa e fraterna. Sentivo solo il bisogno di andare sempre più verso l’essenziale di ciò che avevo imparato e portavo dentro; questa per me era la novità possibile, lo stile di vita che desideravo.
Poi ti accorgi che il nuovo non lo possiedi mai perché quando ti sembra di averlo scoperto non c’è già più e, se sei aperto alla novità di Dio che, proprio perché Dio dona pane fresco e acqua zampillante per la vita di ciascuno, provi una grande gioia, la gioia di coloro che hanno cominciato a condividere la vita stessa di Dio.
Ascoltare, accogliere, condividere… quanto sgorga dal cuore delle Sorelle che hanno percorso come te molta strada o di chi è giovane ma aperto all’azione e alla novità di Dio, ti si apre un mondo pieno di amore e passi da meraviglia in meraviglia…
Da qui nasce un dialogo fruttuoso che rende nuove le relazioni di chi vive sotto lo stesso tetto e condivide la stessa promessa di vita. Crea comunità nelle quali possiamo non solo vivere ma prosperare, offrendo le una le altre il pane della vita e l’acqua del cielo.