sabato 13 luglio 2013

Misteri del dolore – QUARTO, GESU’ PORTA LA CROCE AL CALVARIO

Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello,
gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Mt 27,31

Dalle Meditazioni sulla VIA CRUCIS del Card. Giacomo Biffi (Bologna 1985)

  1. Gesù è caricato della croce
La croce, il patibolo degli schiavi, viene posta sulle spalle di Gesù e subito diventa per tutti i secoli il segno della misericordia di Dio e della nostra salvezza. Diventa addirittura la regola di vita per i discepoli di Cristo, che ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. I cristiani anzi non hanno altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per noi è stato crocifisso, come noi per il mondo.

  1. La prima caduta
Tutto il male operato lungo la storia da questa razza di peccatori che sono gli uomini, è posto sulle spalle dell’unico uomo innocente: un peso enorme che dolorosamente lo abbatte. Nessuno di noi è escluso dalla turba degli oppressori di Gesù. Egli va a terra, gravato anche dalle nostre colpe: “Egli ha portato il peccato della moltitudine” e ne è rimasto schiantato. Ma il Redentore non resta al suolo. Si rialza e riprende a percorrere la sua strada. Il carico gravoso e oscuro sarà portato fino alla cima del monte, e dal monte discenderà per noi tutti la liberazione dal male.

  1. Gesù aiutato da Simone di Cirene
Simone di Cirene se ne tornava ignaro dai lavori dei campi, pensando al riposo del sabato e alla festa pasquale. Ma si imbatté in Gesù condannato e fu costretto a faticare e a soffrire.
Senza averlo voluto, collaborò alla redenzione del mondo. Credeva di rientrare nell’oscurità della sua umile casa e si ritrovò sul palcoscenico della storia, personaggio famoso sino alla fine dei tempi.
E il Signore Gesù lo accolse come prezioso compagno del suo dolore e lo rese segno e primizia di tutti quelli che si uniscono e conformano a Cristo sulla strada della croce.


  1. La Veronica asciuga il volto di Gesù

Sul suo volto santo i segni degli oltraggi si confondono col sangue delle ferite, con le lacrime dell’umiliazione, col sudore dello sfinimento.
Egli saliva sfigurato al monte della sua immolazione. La gentilezza di una donna con gesto semplice e pietoso riscopre, sotto la rossa maschera del dolore, i lineamenti stupendi del Figlio di Maria e ridona un volto umano al Signore dell’universo, un volto che è l’ideale della nostra vita, perché siamo tutti chiamati “a diventare conformi all’immagine del Figlio di Dio”.


Gesù fu aiutato a portare la croce. Nell’Eucaristia egli è il grande Cireneo dell’umanità: quando soffriamo andiamo da Lui e saremo confortati.
P. Giocondo Lorgna


Signore Tu sei presente in chi soffre, insegnami a non fuggirti.


Prego la “decina” del Rosario:
Padre nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…

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