Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello,
gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per
crocifiggerlo.
Mt 27,31
Dalle Meditazioni
sulla VIA CRUCIS del Card. Giacomo Biffi (Bologna 1985)
- Gesù è caricato della croce
La croce, il patibolo degli
schiavi, viene posta sulle spalle di Gesù e subito diventa per tutti i secoli
il segno della misericordia di Dio e della nostra salvezza. Diventa addirittura
la regola di vita per i discepoli di Cristo, che ha detto: “Se qualcuno vuol
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi
segua”. I cristiani anzi non hanno altro vanto che nella croce del Signore nostro
Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per noi è stato crocifisso, come
noi per il mondo.
- La prima caduta
Tutto il male operato lungo la
storia da questa razza di peccatori che sono gli uomini, è posto sulle spalle
dell’unico uomo innocente: un peso enorme che dolorosamente lo abbatte. Nessuno
di noi è escluso dalla turba degli oppressori di Gesù. Egli va a terra, gravato
anche dalle nostre colpe: “Egli ha portato il peccato della moltitudine” e ne è
rimasto schiantato. Ma il Redentore non resta al suolo. Si rialza e riprende a
percorrere la sua strada. Il carico gravoso e oscuro sarà portato fino alla
cima del monte, e dal monte discenderà per noi tutti la liberazione dal male.
- Gesù aiutato da Simone di Cirene
Simone di Cirene se ne tornava
ignaro dai lavori dei campi, pensando al riposo del sabato e alla festa
pasquale. Ma si imbatté in Gesù condannato e fu costretto a faticare e a
soffrire.
Senza averlo voluto, collaborò
alla redenzione del mondo. Credeva di rientrare nell’oscurità della sua umile
casa e si ritrovò sul palcoscenico della storia, personaggio famoso sino alla
fine dei tempi.
E il Signore Gesù lo accolse come
prezioso compagno del suo dolore e lo rese segno e primizia di tutti quelli che
si uniscono e conformano a Cristo sulla strada della croce.
- La Veronica asciuga il volto di Gesù
Sul suo volto santo i segni
degli oltraggi si confondono col sangue delle ferite, con le lacrime
dell’umiliazione, col sudore dello sfinimento.
Egli saliva sfigurato al monte
della sua immolazione. La gentilezza di una donna con gesto semplice e
pietoso riscopre, sotto la rossa maschera del dolore, i lineamenti stupendi
del Figlio di Maria e ridona un volto umano al Signore dell’universo, un
volto che è l’ideale della nostra vita, perché siamo tutti chiamati “a
diventare conformi all’immagine del Figlio di Dio”.
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Gesù fu aiutato a portare la
croce. Nell’Eucaristia egli è il grande Cireneo dell’umanità: quando
soffriamo andiamo da Lui e saremo confortati.
P. Giocondo Lorgna
Signore Tu sei presente in chi
soffre, insegnami a non fuggirti.
Prego la “decina”
del Rosario:
Padre nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…
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