“E’ con questa presenza misteriosa che
la Liturgia della
Parola vuole metterci in contatto durante ogni eucaristia ed è questa stessa
presenza misteriosa che ci viene costantemente rivelata mentre viviamo la nostra
vita eucaristicamente. Le letture dall'Antico e dal Nuovo Testamento e l'omelia
che segue queste letture ci vengono fornite per discernere la sua presenza
mentre cammina con noi nella nostra tristezza.”
Ogni giorno Dio
ci offre delle parole per uscire dalla nostra tristezza e per illuminarci su
che cosa stiamo davvero vivendo: Dio ci offre una Parola che è Gesù stesso ed è
il Verbo che fa ardere i nostri cuori.
“La presenza eucaristica è, prima di tutto, una presenza attraverso la parola. Senza
quella presenza attraverso la parola, non saremmo capaci di riconoscere la sua
presenza nello spezzare il pane.”
In un mondo in
cui spesso siamo sommersi da parole che ci “informano”, ma che non hanno nessun
altro valore, rischiamo di ascoltare anche la Parola di Dio come una delle
tante “storie”, buone per istruire, ammonire, ma nulla più.. Non ci tocca!
“Dal momento
che la maggior parte di noi
ha già sentito queste parole, raramente queste ci toccano in profondità.
Spesso prestiamo loro poca attenzione; sono diventate troppo familiari. Non ci
aspettiamo di essere sorpresi o toccati. La tragedia, allora, è che la parola
perde la sua qualità sacramentale. La parola di Dio è sacramentale. Ciò
significa che è sacra e in quanto parola sacra produce ciò che significa.
Quando Gesù parlava ai due tristi viaggiatori lungo la strada e spiegava loro
le parole delle Scritture che si riferivano a lui stesso..(..)con le sue
parole ha fatto molto di più che farli semplicemente pensare a lui o istruirli
su di sé o infondere loro il suo ricordo.”
Attraverso le sue parole, Gesù si è reso presente;
questa è la qualità sacramentale della Parola di Dio: crea, realizza ciò che
esprime, come all’inizio della creazione. “..in
ebraico le parole per 'parlare' e per 'creare' sono identiche. Tradotto
letteralmente: «Dio disse luce e luce fu». Per Dio parlare è creare. Quando
diciamo che la parola di Dio è sacra, intendiamo dire che la parola di Dio è
piena della presenza di Dio.”
La Parola, che si fa presenza lungo la via di Emmaus,
trasforma la tristezza in gioia ed è ciò che accade in ogni Eucaristia: la
parola letta e pronunciata vuole condurci alla presenza di Dio e trasformare
il nostro cuore e la nostra mente.
“E’ nell'ascolto che Dio si fa presente e guarisce. La parola di Dio
non è una parola da impiegare
nella nostra vita quotidiana a una qualche data posteriore; è una parola per sanarci attraverso e
nel nostro ascolto, qui e ora.”
Parole importanti come “ti
voglio bene” o “ti odio” non ci trasmettono semplicemente un’informazione, ma
fanno qualcosa in noi, possono guarirci o distruggerci, possono infonderci
coraggio o farci scappare. Dio si rende presente nella sua Parola per
trasformare il nostro cuore pauroso e per indicarci che siamo parte di una
storia di salvezza ben più grande delle nostre piccole vite.
“La parola
dell'eucaristia ci fa partecipi della grande storia della nostra salvezza. Le
nostre piccole storie vengono innalzate nella grande storia di Dio e là viene
assegnato il loro posto, che è unico. La parola ci innalza e ci fa vedere che
la nostra vita quotidiana e ordinaria è in effetti vita sacra che svolge un
ruolo necessario nell'adempimento delle promesse di Dio.”
L’Eucaristia ci chiama ad una vita eucaristica, consapevole di
avere un suo posto nella storia del mondo, senza cadere nella tentazione di
rimanere “persone piccole attaccate ai
lamenti che emergono dalla nostra lotta quotidiana
per la sopravvivenza”.
“Senza la parola le nostre pene e sofferenze isolate
possono estinguere lo Spirito che è in noi e renderci vittime dell'amarezza e
del risentimento. Abbiamo bisogno della parola parlata e spiegata da colui che
si unisce a noi lungo la strada e che ci fa conoscere la sua presenza – una
presenza possibile da discernere dapprima nel nostro cuore ardente. È questa
presenza che ci incoraggia a lasciar andare il nostro cuore indurito, per
diventare grati.”
Sarà allora la gratitudine ad
aprire l’intimità della nostra casa a Colui che ha fatto ardere il nostro
cuore.
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