La settimana scorsa abbiamo
visto che Gesù aspetta un nostro invito per venire a trovarci a casa nostra!
“L'eucaristia richiede questo invito.. Dobbiamo osare dire: «Mi fido di
te; mi affido a te con tutto il mio essere, corpo, mente e anima. (..)Voglio che
tu mi conosca, non soltanto per come cammino lungo la strada e come parlo ai
miei compagni di viaggio, ma anche per come mi trovo solo con i miei
sentimenti e pensieri più profondi. E, soprattutto, voglio arrivare a
conoscerti non solo come mio compagno di viaggio, ma come il compagno della mia
anima».”
Voglio che tu mi conosca e
voglio conoscerti: non è facile dirlo, in realtà! Abbiamo spesso paura della
nostra vulnerabilità.. abbiamo talvolta paura anche di dire a noi stessi che
viviamo taluni sentimenti, emozioni, pensieri..
“Eppure il mio desiderio più profondo è di amare e di
essere amato e ciò è possibile soltanto se sono disposto a conoscere e a
essere conosciuto.
Gesù si rivela a
noi come il Buon Pastore che ci conosce intimamente e ci ama. Quando, dopo le letture e l'omelia, diciamo:
«Credo in Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, nella chiesa cattolica, la
comunione dei santi, il perdono dei peccati, la resurrezione dei morti e la
vita del mondo che verrà», invitiamo Gesù a casa nostra e ci affidiamo alla
sua Via.”
Il Credo è molto più che un riassunto della dottrina
della Chiesa: è la nostra professione di “fede”, ossia il nostro dire a Dio che
ci fidiamo di Lui, è un atto di fiducia! Ci affidiamo a Colui che ci ha
spiegato le Scritture come Parola che parla di Lui: non solo camminiamo con
Lui, ma ci apriamo a Lui, vogliamo sederci a mensa con Lui!
“I due amici di viaggio invitano, anzi,
insistono affinché lo sconosciuto rimanga con loro. Invitano lo sconosciuto a
mettere da parte il suo essere sconosciuto per diventare un loro amico. Ecco
cosa significa la vera ospitalità: offrire un posto sicuro, dove lo
sconosciuto può diventare un amico.”
La
tavola è il luogo per eccellenza dell’intimità, dove ci si scopre a vicenda, ci
si racconta, si litiga e si fa pace, dove si sente la mancanza di chi è
assente: “intorno alla tavola, sappiamo
se c'è amicizia e comunità o odio e divisione. Proprio perché la tavola è il
luogo dell'intimità per tutti i membri della casa, è anche il luogo in cui
l'assenza di quella intimità viene rivelata nel modo più doloroso.”
Gesù stesso
durante la sua ultima cena con i discepoli condivise il pane e il calice come
segno di amicizia, ma nello stesso tempo rivelò che qualcuno lo avrebbe
tradito.
“Siamo più vulnerabili quando dormiamo o
mangiamo insieme. Letto e tavola sono i due luoghi di intimità. Anche i due
luoghi di più grande dolore. E, forse, di questi due luoghi, la tavola è il
più importante perché è il luogo dove si riuniscono tutti coloro che fanno
parte della casa e dove la famiglia, la comunità, l'amicizia, l'ospitalità e la
vera generosità possono esprimersi ed essere rese reali.”
Con il
Credo noi diciamo di volerci fidare e affidare a Dio, lo invitiamo a tavola con
noi, perché vogliamo conoscerlo e farci conoscere da Lui e Lui accoglie questo
invito, anzi… non appena entra in casa nostra, Gesù stesso ci invita ad entrare
in piena comunione con Lui.
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