I nostri due amici ritornano “subito” a Gerusalemme,
per portare anche agli altri la gioia di aver riconosciuto il Maestro e di
averlo “ritrovato” vivo in loro, ma scoprono che anche gli altri ne hanno già
fatto esperienza.
“Ci sono
molti modi in cui Gesù appare e molti modi in cui ci fa sapere che è vivo. Ciò
che celebriamo nell’eucaristia avviene in molti modi diversi da quanto possiamo
immaginare. Gesù, che ci ha già dato il pane, ha toccato il cuore di altri
molto prima di incontrarci sulla strada. Ha chiamato qualcuna per nome e lei
lo ha riconosciuto; ha mostrato le sue ferite ad alcuni e questi lo hanno
riconosciuto. Noi abbiamo le nostre storie da raccontare ed è importante che
le raccontiamo, ma non sono le uniche storie..”
La comunione con Gesù crea comunità, perché ci invia a
raccontare agli altri e ad ascoltare dagli altri l’esperienza vissuta, così da
riconoscere i molti modi in cui lo Spirito agisce in mezzo a noi.
“È così
facile ridurre Gesù al nostro Gesù,
alla nostra esperienza del suo
amore, al nostro modo di riconoscerlo.
Ma Gesù ci ha lasciati per mandare il suo Spirito e il suo Spirito soffia dove
vuole. La comunità di fede è il luogo dove vengono narrati molti racconti
sullo stile di Gesù.”
E sono racconti anche molto diversi l’uno dall’altro,
talvolta possono essere anche in conflitto, ma tutti esprimono la presenza
dello Spirito di Gesù in noi e ci rendono un unico corpo in Lui.
“Nell'eucaristia ci
viene richiesto di lasciare la tavola e di andare dai nostri amici per
scoprire insieme a loro che Gesù è veramente vivo e che ci chiama tutti
insieme a diventare un popolo nuovo – un popolo della resurrezione.”
Il racconto dei due discepoli termina qui, termina con il
raccontarsi gli uni agli altri ciò che hanno vissuto, ciò che hanno sentito: ma
non termina qui la loro missione. Anzi.. da lì inizia una vita di missione, un
essere inviati giorno dopo giorno nella quotidianità. Inviati a formare una
comunità con la famiglia, con gli amici, con chi ci vive accanto e con chi vive
un po’ più in là, per proclamare che il nostro Dio è il Dio dei viventi!
“L'eucaristia è sempre missione. L'eucaristia, che ci
ha liberato dal nostro paralizzante senso di perdita e che ci ha rivelato che
lo Spirito di Gesù vive dentro di noi, ci dà la forza di uscire nel mondo e di
portare la buona notizia ai poveri, la vista ai ciechi, la libertà ai
prigionieri e di proclamare che Dio ha mostrato di nuovo il suo favore a tutte
le persone. Ma non siamo mandati fuori da soli; siamo inviati con i nostri
fratelli e le nostre sorelle, sapendo anch'essi che Gesù vive dentro di loro.”
L’Eucaristia esprime un movimento continuo, dalla
comunione alla comunità e dalla comunità al ministero. L’esperienza di
comunione che viviamo con Gesù, ci manda dai nostri fratelli e sorelle per
condividere con loro le nostre gioie e le nostre fatiche e nell’essere comunità
diveniamo corpo d’amore capace di raggiungere tutti in tutti i luoghi.
“Luca, l'evangelista, ci racconta di come
egli passasse la notte in comunione con Dio, il
mattino a fare comunità con i dodici apostoli e il pomeriggio a uscire con loro
per svolgere il suo ministero tra le folle. Gesù ci chiama a seguire la stessa
sequenza: dalla comunione alla comunità al ministero… Ci invia insieme, a due a
due, mai da soli.. Siamo inviati ad insegnare, a guarire, ad ispirare e ad
offrire speranza al mondo, non come esercizio della nostra capacità
individuale, ma come l'espressione della nostra fede per la quale tutto quello
che abbiamo da dare viene da lui che ci ha messi insieme”.
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