Viviamo in un mondo ferito da mille perdite diverse,
dalle guerre alle malattie ai lutti alle delusioni ai disastri naturali…viviamo
in un mondo in cui la maggior parte delle persone ha già perso ogni speranza.
Eppure “questo
è il mondo in cui siamo mandati a vivere eucaristicamente, cioè, a vivere con
il cuore ardente e con gli orecchi e gli occhi aperti. Sembra un compito
impossibile. Che cosa può fare questo piccolo gruppo di persone che lo hanno
incontrato per la via, nel giardino o sulla riva del lago, in un mondo così
buio e violento? Il mistero dell'amore di Dio è che i nostri cuori ardenti e i
nostri orecchi e occhi recettivi saranno in grado di scoprire che Colui che
abbiamo incontrato nell'intimità delle nostre case continua a rivelarsi a noi
tra i poveri, i malati, gli affamati, i prigionieri, i rifugiati e tra tutti
coloro che vivono nel pericolo e nella paura”.
La missione a cui siamo chiamati non è solo quella di
andare ad annunziare agli altri ciò che abbiamo visto, ma anche quella di
ascoltare ciò che gli altri hanno vissuto.
“Spesso la missione
è pensata esclusivamente in termini di donazione, ma la vera missione è anche
ricevere. Se è vero che lo Spirito di Gesù soffia dove vuole, non c'è persona
che non possa dare quello Spirito. A lungo andare, la missione è possibile
soltanto quando è tanto ricevere che dare, tanto essere presi a cuore che
prendere a cuore.”
Lo Spirito d’amore è nascosto nelle persone povere,
emarginate, disabili che incontriamo, è nascosto nel loro dolore e nella loro
sopportazione. Non siamo solo noi a dare: siamo inviati a dare e a ricevere,
come in un circolo d’amore che sia allarga.
“Ecco perché Gesù ha detto: «Beati i
poveri, i perseguitati e gli afflitti». Ogni volta che li raggiungiamo, essi a
loro volta – ne siano consapevoli o meno – ci benedicono con lo Spirito di
Gesù, diventando così nostri ministri. Senza questa reciprocità del dare e del
ricevere, missione e ministero diventano facilmente manipolabili o violenti.
Quando soltanto uno dà e l'altro riceve, colui che dà diventa presto un
oppressore e coloro che ricevono vittime.”
L’essenza
della vita eucaristica è invece far crescere il cerchio d’amore tra chi dà e
chi riceve e divenire anche noi, come Gesù, coloro che si accompagnano ai tanti
“viaggiatori solitari” per ascoltare le loro storie di perdite, di paure, di
abbandoni, per aiutarli a scoprire che anch’essi fanno parte di questo dono d’amore.
“Non tutti ci ascolteranno e soltanto in
pochi ci inviteranno nella loro vita per unirci alla loro tavola. Solo
raramente sarà possibile offrire il pane che dona la vita e guarire veramente
un cuore che è stato spezzato. Gesù stesso non guarì tutti, né cambiò la vita
di tutti.. Questa è stata, e continua a essere, l'esperienza di coloro che
vivono una vita eucaristica. Essi vedono come loro missione sfidare
persistentemente i loro compagni di viaggio a scegliere la gratitudine invece
del risentimento e la speranza invece della disperazione. Le poche volte in
cui questa sfida viene accettata sono sufficienti per rendere la loro vita
degna di essere vissuta.”
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