sabato 1 marzo 2014

SALMO 20 (19)

E’ un salmo certamente monarchico e antico, una preghiera per il re che però ha subito varie successive attualizzazioni, essendo entrato nella liturgia in momenti importanti della nazione ebraica, soprattutto per l’inizio di una guerra.
Per i cristiani il salmo è diventato un inno a Cristo Re, che non vince con gli eserciti ma con la forza dello Spirito.
Il “tu” del salmo è rivolto al re, ma quello definitivo è rivolto a Jahweh. Sulla scena si alternano solisti e coro, io e noi. Si percepisce già qui un collegamento tra la Gerusalemme celeste e la Gerusalemme terrestre, il colle di Sion resta sempre il segno della presenza di Dio nello spazio (il tempio) e nel tempo (il re è discendente dalla dinastia davidica).
Nella rilettura cristiana questo salmo regale può diventare un canto di vittoria del popolo credente; canto di vittoria nel giorno ultimo, quando per l’azione di Cristo sarà debellata per sempre la morte: “Ma siano rese grazie a Dio che ci concede la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Cor 15,57).


Ti ascolti il Signore nel giorno della prova,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
Ti mandi l'aiuto dal suo santuario
e dall'alto di Sion ti sostenga.
Ricordi tutti i tuoi sacrifici
e gradisca i tuoi olocausti.
Ti conceda secondo il tuo cuore,
faccia riuscire ogni tuo progetto.
Esulteremo per la tua vittoria,
spiegheremo i vessilli in nome del nostro Dio;
adempia il Signore tutte le tue domande.
Ora so che il Signore salva il suo consacrato;
gli ha risposto dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.
Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli,
noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio.
Quelli si piegano e cadono,
ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.
Salva il re, o Signore,
rispondici, quando ti invochiamo.

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