Mi lasci sedere alla porta del tuo sguardo,
vuoi che superi adagio la soglia
e ti parli con il mio silenzio,
cogli il mio respiro
nello spazio annullato.
Rispetti il mio riserbo,
Mi sei casa molto più di quello che credi
e mi doni la pace di chi non ha difese,
di chi non vuole difendere in sé più nulla.
Allora ti chiamo amico,
quando ce ne stiamo lì, in silenzio
ad ascoltare la pioggia gocciolare sulle foglie.
E sento che con te
poche cose bastano per essere felici
fino a quando il mio sorriso
ritrova gli occhi che avevo da bambino.
Con te posso accarezzare nuda
la verità sulle mie ginocchia
senza affrettarmi a definirla,
con te si riposano le parole ferite
e, tremando, ci diamo il cambio
per aprire il passo.
(don Luigi Verdi)
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