Il salmo inizia con un grido
dell’orante davanti all’inesorabile silenzio di Dio. Il protagonista potrebbe
essere un malato, un perseguitato, ma anche una intera comunità che riconosce,
nel silenzio di Dio, una condanna per l’iniquità che si annida nello stesso
popolo eletto.
Anche in questo salmo si può
identificare una prima parte più personale e una parte finale attribuibile ad
un coro di acclamazione liturgica. Il tradizionale contenuto dei salmi di
supplica (Dio, io, i nemici) sembra qui presentare un’amarezza interiore dove
l’orante chiede di non subire la sorte dovuta agli empi. Alla base c’è un
concetto tradizionale di retribuzione terrena che si espanderà più tardi nella
prospettiva della realtà ultraterrena.
Il salmo mette in parallelo il
silenzio di Dio con il precipitare del fedele nella fossa, simbolo di morte e
di distruzione.
Le mani che si levano nell’atto
della preghiera sono un simbolo fisico, un gesto classico in tutte le culture,
ereditato infine anche dal cristianesimo. Tale gesto è visto come un ponte di
comunicazione tra l’alto (la zona di Dio) e il basso (la zona dell’uomo).
Il silenzio divino diventa la
risposta del giudice nei confronti degli empi, e la giustizia di Dio è la
ragione ultima della fiducia e della supplica contenute nel salmo.
A te grido, Signore;
non restare in silenzio, mio Dio,
perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa.
Ascolta la voce della mia supplica,
quando ti grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
Non travolgermi con gli empi,
con quelli che operano il male.
Parlano di pace al loro prossimo,
ma hanno la malizia nel cuore.
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Sia benedetto il Signore, non restare in silenzio, mio Dio,
perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa.
Ascolta la voce della mia supplica,
quando ti grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
Non travolgermi con gli empi,
con quelli che operano il male.
Parlano di pace al loro prossimo,
ma hanno la malizia nel cuore.
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che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera;
il Signore è la mia forza e il mio scudo,
ho posto in lui la mia fiducia;
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore,
con il mio canto gli rendo grazie.
Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza del suo consacrato.
Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici,
guidali e sostienili per sempre.
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