Continuiamo la
pubblicazione dell’intervento di p. Timothy Radcliffe (12).
Bene, mi avvio alla conclusione
dopo un’ultima riflessione. Imparare ad amare è un compito difficile. Non
sappiamo dove ci porterà. La nostra vita ne sarà stravolta. Capiterà che ci
faremo male. Sarebbe più facile avere cuori di pietra che cuori di carne, però
allora saremmo morti! Se siamo morti non possiamo parlare del Dio della vita. Però
come trovare il coraggio di vivere passando per questa morte e resurrezione? In
ogni eucarestia ricordiamo che Gesù ha sparso il suo sangue per il perdono dei
peccati. Questo non significa che doveva placare un Dio furioso. Né significa solamente
che se sbagliamo possiamo andare a confessare i nostri peccati ed essere perdonati.
Significa molto di più. Significa che, in
ogni nostra battaglia per essere persone che amano e sono vive, Dio è con noi.
La grazia di Dio è con noi nei momenti di caduta e di confusione, per metterci
di nuovo in piedi. Nello stesso modo in cui con la domenica di Pasqua Dio ha
convertito il venerdì santo in un giorno di benedizione, possiamo stare sicuri
che tutti i nostri tentativi di amare daranno frutto. E perciò non abbiamo
nulla da temere! Possiamo addentrarci in questa avventura, con fiducia e
coraggio.
Concludiamo qui la pubblicazione
di questo testo di p. T. Radcliffe: testo affascinante, su cui vale la pena ritornare,
fermarsi e riflettere. Testo che ci invita ad avvicinarci all’Eucaristia con
uno sguardo diverso, con una consapevolezza diversa, a partire anche dalla
nostra umanità, dalla nostra corporeità. Buona riflessione ancora!
“In ogni nostra battaglia per
essere persone che amano e sono vive, Dio è con noi!”
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