sabato 7 dicembre 2013

SALMO 6

Questo salmo è la preghiera del malato. Nella tradizione cristiana è considerato uno dei 7 salmi penitenziali, soprattutto perché l’orante accetta la propria colpevolezza.

Da supplica personale diventa preghiera liturgica e comunitaria, invocazione che tutti i sofferenti potranno innalzare a Dio, che in certe situazioni può sembrare indifferente. Il salmo presenta la sofferenza più semplice ed elementare, quella fisica (guariscimi, risanami…) ma c’è anche la sofferenza per il peccato, vedendo nel male la punizione di un peccato per il quale si chiede pietà.


Anche in questo semplice salmo, il linguaggio figurato è molto presente: si parla del furore di Dio, punizione, castigo, misericordia, si attribuisce a Dio un ritorno (volgiti), l’ascolto, l’accoglienza. Ci sono anche simbologie fisiche dell’uomo malato: le ossa, l’anima intesa come respiro e quindi vita, gli occhi, con i relativi verbi che li accompagnano.
Accanto allo sfacelo fisiologico si colloca anche il richiamo alla morte. C’è infine il grido di speranza che quasi richiama il simbolo di un esercito in rotta, ma si basa sulla fede che solo invocando il perdono di Dio l’uomo potrà salvarsi.

I “nemici” degli ultimi versetti potrebbero essere i cultori di magia nera, di malefici, oppure dei calunniatori. Il salmo termina in un crescendo di speranza.


Signore, non punirmi nel tuo sdegno,
non castigarmi nel tuo furore.

Pietà di me, Signore: vengo meno;
risanami, Signore: tremano le mie ossa.
L'anima mia è tutta sconvolta,
ma tu, Signore, fino a quando...?
Volgiti, Signore, a liberarmi,
salvami per la tua misericordia.

Nessuno tra i morti ti ricorda.
Chi negli inferi canta le tue lodi?
Sono stremato dai lungi lamenti,
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
irroro di lacrime il mio letto.
I miei occhi si consumano nel dolore,
invecchio fra tanti miei oppressori.

Via da me voi tutti che fate il male,
il Signore ascolta la voce del mio pianto.
Il Signore ascolta la mia supplica,
il Signore accoglie la mia preghiera.

Arrossiscano e tremino i miei nemici,
confusi, indietreggino all'istante.

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