sabato 21 dicembre 2013

SALMO 8

Questo salmo fu usato nella circostanza dello sbarco umano sulla luna. Questo fatto però suscitò delle discussioni. Effettivamente è una preghiera rischiosa, soprattutto se è letta nello spirito tecnicistico del nostro tempo. Il dominio dell’uomo peccatore sul nostro pianeta si rivela spesso come una tirannia.
L’autore del salmo non esprime sensazioni ed emozioni nate dalla fantasia, ma concetti limpidissimi, a lungo meditati e poi diventati poesia e preghiera.

I tre protagonisti del salmo 8 sono Dio, l’uomo, il cosmo, esso esprime consonanza con altri salmi della natura e con la poesia extrabiblica antica. Nella religiosità ebraica è però importante il legame storia-creazione, anzi il tema della creazione è funzionale rispetto a quello centrale della salvezza storica. Il Dio creatore è la logica premessa del Dio liberatore e salvatore.
Il credente israelita, nel confronto con le religiosità dei popoli circostanti, doveva anche superare la tentazione del naturalismo ateo e del panteismo, stabilendo un chiaro rapporto gerarchico tra Dio, l’uomo e la natura.
Collocato all’interno di una “cornice” notturna, il salmo 8 è una preghiera dominata dallo stupore che l’essere umano suscita per la sua ineguagliabile grandezza, ma il salmo è anzitutto una esaltazione di Jahweh, che traspare dall’insistente uso degli aggettivi, pronomi e verbi riferiti al TU, Signore nostro Dio.
Contemplando la creazione nasce la grande domanda: che cos’è l’uomo, dentro la grande opera di Dio? C’è una percezione di sproporzione tra l’uomo e l’universo, ma Dio ha cura di lui, lo ha coronato di gloria… Il salmo 8 inizia e finisce con l’acclamazione al Nome, quindi alla persona stessa di Dio, come un ritornello di fede e di lode.

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome
su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari
 per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?

Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome

su tutta la terra!

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