sabato 21 giugno 2014

Salmo 36 (35)



Il tema del Salmo 36 (35) è questo: la malizia umana, causa di pessimismo e di scoraggiamento, non può vincere lo splendore della bontà di Dio.
Nei vv. 6-7 ci sono 4 espliciti attributi di Dio (grazia, fedeltà, giustizia come salvezza, giudizio) collegati a 4 vocaboli cosmici (cielo, nubi, monti, abisso), segni di totalità e perfezione, come i 4 punti cardinali che abbracciano e riassumono tutto l’orizzonte.
Nel pensiero biblico l’ateismo non è tanto una questione teorica quanto un atteggiamento pratico: l’ateo infatti ritiene Dio indifferente e alieno rispetto alle vicende della storia.
Il credente è invece definito come “retto di cuore”, cioè colui che ha la coscienza rettamente orientata, ispirata dalla Torah, la legge ispirata, suprema norma del suo agire.
La religiosità proposta da questo Salmo è perciò profondamente interiore, personale ed esistenziale. Nel ricordo degli attributi salvifici di Dio, il credente vince la paura e sa di essere protetto da un grande difensore.


Nel cuore dell'empio parla il peccato,
davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio.
Poiché egli si illude con se stesso
nel ricercare la sua colpa e detestarla.
Inique e fallaci sono le sue parole,
rifiuta di capire, di compiere il bene.
Iniquità trama sul suo giaciglio,
si ostina su vie non buone,
via da sé non respinge il male.
Signore, la tua grazia è nel cielo,
la tua fedeltà fino alle nubi;
la tua giustizia è come i monti più alti,
il tuo giudizio come il grande abisso:
uomini e bestie tu salvi, Signore.
Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali,
si saziano dell'abbondanza della tua casa
e li disseti al torrente delle tue delizie.
E' in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
Concedi la tua grazia a chi ti conosce,
la tua giustizia ai retti di cuore.
Non mi raggiunga il piede dei superbi,
non mi disperda la mano degli empi.
Ecco, sono caduti i malfattori,
abbattuti, non possono rialzarsi.
 

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