Continuiamo la
pubblicazione dell’intervento di p. Timothy Radcliffe (8).
Si può avere l’impressione che la
lussuria sia passione sessuale fuori controllo, desiderio sessuale selvaggio.
Però Sant’Agostino, che comprese il sesso molto bene, credeva che la lussuria
avesse a che vedere con il desiderio di dominare altre persone piuttosto che
con il piacere sessuale. La lussuria è parte della libido dominandi, l’impulso
di aumentare il nostro potere di controllo e convertirci in Dio. La lussuria ha
più a che vedere con il potere che con il sesso. Come ha scritto Sebastian
Moore, «la lussuria non è passione sessuale fuori del controllo della volontà,
ma passione sessuale come camuffamento della volontà di essere Dio. Il compito
che abbiamo davanti non è quella di sottomettere la passione sessuale alla
volontà, ma di restituirla al desiderio, la cui origine e fine è Dio, la cui
liberazione è la grazia di Dio che si manifesta nella vita, nell’insegnamento,
la crocifissione e la resurrezione di Gesù Cristo (op. cit. 105).
Il primo passo per superare la
lussuria non è sopprimere il desiderio, ma restaurarlo, liberarlo, scoprire che
il desiderio è per una persona e non per un oggetto. Molti dei tristi scandali
di abusi sessuali sui minori sono venuti da sacerdoti o religiosi che erano
incapaci di confrontarsi in relazioni adulte con uguali. Potevano cercare solo relazioni
in cui loro detenevano il potere e il controllo. Volevano rimanere invulnerabili.
Nell’Ultima Cena Gesù prende il
pane e lo dà ai discepoli dicendo: «questo è il mio corpo offerto per voi».
Egli consegna se stesso. Invece di prendere il controllo su di loro, si
consegna ai discepoli perché facciano di lui quello che vogliono. E noi sappiamo
quello che ne faranno. È l’immensa vulnerabilità dell’amore vero. La lussuria e
il capriccio passeggero possono sembrare due cose molto differenti e tuttavia sono
l’una il riflesso dell’altra. Nel capriccio uno converte l’altra persona in
Dio, e nella lussuria uno in persona si fa Dio. Nel primo caso uno rinuncia
completamente al potere, nel secondo uno si arroga il potere assoluto. Rowan
Williams ha scritto che l’amore «si muove tra l’egoismo e l’abnegazione» (Lost
Icons p.156). Ti dà una intenso sentimento di te stesso e al tempo stesso
ti fa sparire dal campo della coscienza. Può darsi che la lussuria appaia
quando prevale l’egoismo, e l’ossessione quando l’abnegazione è tale che uno
perde completamente l’identità.
Così la castità è vivere nel
mondo reale, guardando all’altro come lui, o lei, e a me come io sono. Non
siamo né esseri divini né semplici pezzi di carne. Entrambi siamo figli di Dio.
Abbiamo la nostra storia. Abbiamo fatto voti e promesse. L’altro è impegnato in
una coppia o con un coniuge. Noi come sacerdoti o religiosi siamo consegnati ai
nostri ordini o diocesi. È così come ci troviamo, impegnati e legati ad altri
impegni, che possiamo imparare ad amare con il cuore e gli occhi aperti.
Questo è duro perché viviamo nel
mondo di internet della World Wide Web. È il mondo della realtà
virtuale, dove possiamo vivere in mondi di fantasia come se fossero reali.
Viviamo in una cultura in cui risulta difficile distinguere tra fantasia e
realtà. Tutto è possibile nel mondo cibernetico. Per questo la castità è
difficile. È il dolore di scoprire la realtà. Come possiamo rimettere i piedi
per terra?
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