giovedì 19 giugno 2014

Intimità come amore non possessivo



Continuiamo la pubblicazione dell’intervento di p. Timothy Radcliffe (7).

Certamente nessuna persona può offrirci quella pienezza di realizzazione che desideriamo. Ciò si trova solamente in Dio. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury e uomo sposato, ha scritto: «L’io diventa adulto e verace confrontandosi col carattere incurabile del suo desiderio: il mondo è siffatto che nessuna cosa concederà all’io un’identità colma e completa» (Lost Icons p. 153). O, per citare Jean Vainier, «La solitudine è parte dell’essere umano, perché non esiste niente che possa riempire completamente le necessità del cuore umano» (Becoming Human p. 7).
Per gli sposati è possibile una meravigliosa intimità se, come dice Rilke, si accetta che siamo guardiani della solitudine dell’altra persona. E quelli di noi che sono single o celibi, possono anche scoprire un’intimità con gli altri profondamente bella. Intimità viene dal latino intimare, che significa stare in contatto con la parte più interna di un’altra persona.
In quanto religioso, il mio voto di castità mi rende possibile essere incredibilmente intimo con altre persone. Il fatto di non avere intenzioni recondite, e il mio amore non dovrebbe essere divoratore o possessivo, fa sì che io possa avvicinarmi moltissimo al fondo della vita della gente.
La trappola opposta all’incapricciamento non è fare dell’altra persona Dio, ma renderla un semplice oggetto, qualcosa con cui soddisfare le necessità sessuali. La lussuria ci chiude gli occhi alla persona dell’altro, alla sua fragilità e alla sua bontà. San Tommaso dice, scrivendo sulla castità, che il leone vede il cacciatore come cibo, e la lussuria ci rende cacciatori, predatori che vedono qualcosa da divorare. Vogliamo semplicemente un poco di carne, qualcosa da poter divorare. Una volta di più la castità è vivere nel mondo reale. La castità ci apre gli occhi per vedere che quello che abbiamo davanti è sì un bel corpo, ma quel corpo è qualcuno. Quel corpo non è un oggetto ma un soggetto. Cito di nuovo Hederman, «Il voto di castità evita che l’istinto naturale del cacciatore metta trappole e salti su altri come un predatore» (op. cit. 96). Quello che è stato tanto sconvolgente in queste storie di abusi sessuali è il fatto che spesso sia stato pianificato accuratamente. Quello che spesso sono state attentamente pianificate.


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