Continuiamo la
pubblicazione dell’intervento di p. Timothy Radcliffe (7).
Certamente nessuna persona può
offrirci quella pienezza di realizzazione che desideriamo. Ciò si trova
solamente in Dio. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury e uomo sposato, ha
scritto: «L’io diventa adulto e verace confrontandosi col carattere incurabile
del suo desiderio: il mondo è siffatto che nessuna cosa concederà all’io
un’identità colma e completa» (Lost Icons p. 153). O, per citare Jean Vainier,
«La solitudine è parte dell’essere umano, perché non esiste niente che possa riempire
completamente le necessità del cuore umano» (Becoming Human p. 7).
Per gli sposati è possibile una
meravigliosa intimità se, come dice Rilke, si accetta che siamo guardiani della
solitudine dell’altra persona. E quelli di noi che sono single o celibi,
possono anche scoprire un’intimità con gli altri profondamente bella. Intimità viene
dal latino intimare, che significa stare in contatto con la parte più interna
di un’altra persona.
In quanto religioso, il mio voto
di castità mi rende possibile essere incredibilmente intimo con altre persone.
Il fatto di non avere intenzioni recondite, e il mio amore non dovrebbe essere
divoratore o possessivo, fa sì che io possa avvicinarmi moltissimo al fondo
della vita della gente.
La trappola opposta
all’incapricciamento non è fare dell’altra persona Dio, ma renderla un semplice
oggetto, qualcosa con cui soddisfare le necessità sessuali. La lussuria ci
chiude gli occhi alla persona dell’altro, alla sua fragilità e alla sua bontà.
San Tommaso dice, scrivendo sulla castità, che il leone vede il cacciatore come
cibo, e la lussuria ci rende cacciatori, predatori che vedono qualcosa da
divorare. Vogliamo semplicemente un poco di carne, qualcosa da poter divorare.
Una volta di più la castità è vivere nel mondo reale. La castità ci apre gli
occhi per vedere che quello che abbiamo davanti è sì un bel corpo, ma quel
corpo è qualcuno. Quel corpo non è un oggetto ma un soggetto. Cito di nuovo Hederman,
«Il voto di castità evita che l’istinto naturale del cacciatore metta trappole
e salti su altri come un predatore» (op. cit. 96). Quello che è stato
tanto sconvolgente in queste storie di abusi sessuali è il fatto che spesso sia
stato pianificato accuratamente. Quello che spesso sono state attentamente
pianificate.
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