Bisogna diventare sorgenti, bisogna che gli altri
abbiano il desiderio di dissetarsi alla nostra sorgente.
Non so se ve ne siate accorti, non
si dice «muoio di speranza», ma « muoio di sete ». Ciò prova che la sete è
terribilmente importante tanto che da essa può dipendere la nostra vita. C'è
molta gente che continua a vivere, senza rendersi conto che invece è morta. Voglio
dire che esiste, sì, ma non vive veramente: vivere non è soltanto respirare,
muoversi, alzarsi, lavorare e andare in banca a ritirare soldi. Credete sul
serio che al termine della vostra esistenza vi ricorderete qualcosa di tutto
questo rimescolìo? Ne verrà fuori un maledetto pasticcio, con pochissime cose
da salvare. Anche perché, voi sarete completamente rimbecilliti, e
confonderete tutto! Benché abbiate vissuto miliardi di miliardi d'istanti, sarà
come se nulla fosse mai davvero accaduto. E allora vi direte: « È dunque
questa la vita? ». E sarà come se voi non aveste visto accadere nulla... Una
simile conclusione vi sembra sensata?
Io sono sicura che voi
avete in testa un mucchio di progetti grandiosi, non è vero? Certo, c'è
progetto e progetto. C'è un impegno secondario per raggiungere le cose che si
vogliono avere e un impegno assai più interessante per diventare ciò che si
vuole essere. Pensate spesso a ciò che avreste da sempre voluto fare. Solo che
voi trovate ogni genere di pretesti per non realizzare questo ideale: la forza
delle circostanze, la mancanza di tempo, la tirannia della vita quotidiana... E
concludete: « Poi si vedrà! ». Ma che significa questo « poi »? Volete che ve
lo dica in tutta sincerità? Ebbene significa «mai»!
Se, potendo fare qualcosa,
non lo fate, a nulla serve che ne abbiate la possibilità. Non siete affatto
meglio piazzati di un altro che non ha questa possibilità. Siete, anzi, in una
situazione peggiore, perché l'altro non ha colpa, mentre voi sprecate il vostro
talento. È un po' come se voi foste felici, ma non lo dimostraste: come
potrebbero gli altri sapere che siete felici? È come se non lo foste! D'altra
parte, la felicità è così grande e così straripante che non la si può tenere
esclusivamente per se stessi. A meno che non sia felicità pura, al cento per
cento, ma un miscuglio di piacere, di egoismo, di eccitazione: uno sfarzo,
insomma, che non ha nulla a che vedere con l'Alleluia.
Torno a ripetervi:
i sogni si logorano quando uno non se ne serve. Se aspettate che i vostri sogni
prendano la polvere, diverrete ben presto uno sgangherato spaventapasseri
pieno di ragnatele!
(F. Garagnon, Giada, Ed.
Paoline)
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