giovedì 1 agosto 2013

LIBERARE LA SORGENTE

Bisogna diventare sorgenti, biso­gna che gli altri abbiano il de­siderio di dissetarsi alla nostra sorgente.
Non so se ve ne siate accorti, non si dice «muoio di speranza», ma « muoio di sete ». Ciò prova che la sete è terribil­mente importante tanto che da essa può dipendere la nostra vita. C'è molta gente che continua a vi­vere, senza rendersi conto che invece è morta. Vo­glio dire che esiste, sì, ma non vive veramente: vi­vere non è soltanto respirare, muoversi, alzarsi, la­vorare e andare in banca a ritirare soldi. Credete sul serio che al termine della vostra esistenza vi ri­corderete qualcosa di tutto questo rimescolìo? Ne verrà fuori un maledetto pasticcio, con pochissi­me cose da salvare. Anche perché, voi sarete com­pletamente rimbecilliti, e confonderete tutto! Ben­ché abbiate vissuto miliardi di miliardi d'istanti, sa­rà come se nulla fosse mai davvero accaduto. E al­lora vi direte: « È dunque questa la vita? ». E sarà come se voi non aveste visto accadere nulla... Una simile conclusione vi sembra sensata?
Io sono sicura che voi avete in testa un muc­chio di progetti grandiosi, non è vero? Certo, c'è progetto e progetto. C'è un impegno secondario per raggiungere le cose che si vogliono avere e un im­pegno assai più interessante per diventare ciò che si vuole essere. Pensate spesso a ciò che avreste da sempre voluto fare. Solo che voi trovate ogni ge­nere di pretesti per non realizzare questo ideale: la forza delle circostanze, la mancanza di tempo, la tirannia della vita quotidiana... E concludete: « Poi si vedrà! ». Ma che significa questo « poi »? Vole­te che ve lo dica in tutta sincerità? Ebbene signifi­ca «mai»!
Se, potendo fare qualcosa, non lo fate, a nulla serve che ne abbiate la possibilità. Non siete affat­to meglio piazzati di un altro che non ha questa pos­sibilità. Siete, anzi, in una situazione peggiore, per­ché l'altro non ha colpa, mentre voi sprecate il vo­stro talento. È un po' come se voi foste felici, ma non lo dimostraste: come potrebbero gli altri sa­pere che siete felici? È come se non lo foste! D'al­tra parte, la felicità è così grande e così straripante che non la si può tenere esclusivamente per se stes­si. A meno che non sia felicità pura, al cento per cento, ma un miscuglio di piacere, di egoismo, di eccitazione: uno sfarzo, insomma, che non ha nulla a che vedere con l'Alleluia.
Torno a ripetervi: i sogni si logorano quando uno non se ne serve. Se aspettate che i vostri sogni prendano la polvere, diverrete ben presto uno sgan­gherato spaventapasseri pieno di ragnatele!

(F. Garagnon, Giada, Ed. Paoline)


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