martedì 6 agosto 2013

Vivere come amati

Il Vangelo di domenica ci invitava ad essere attenti alla cupidigia e al pensare che la nostra vita dipenda da ciò che possediamo.
Con la stessa considerazione termina le sue riflessioni sul “Sentirsi Amati” anche Nouwen: “Credo profondamente che tutte le cose buone che il nostro mondo ha da offrire sono per la tua gioia. Ma puoi gioirne veramente solo quando puoi esserne riconoscente perché affermano la verità che tu sei l’Amato di Dio. Questa verità ti renderà libero di accogliere con gratitudine.. di celebrare la vita con tutti i suoi doni.. di allontanarti da tutto ciò che ti confonde..”.

Finché non siamo schiavi di ciò che abbiamo, di ciò che possediamo, tutto è “per la nostra gioia”, segno di benedizione e di amore. Siamo stati “mandati” in questo mondo proprio per essere una presenza dell’Amore, per ricordarci l’un l’altro che siamo amati dall’eternità e che il nostro impegno non è “sopravvivere”, ma vivere in pienezza, vivere una vita che non si esaurisce in ciò che possediamo, non si esaurisce nelle nostre piccole o grandi “cose”: ci supera, anzi ci penetra in profondità e ci conduce al luogo “dal quale veniamo e al quale torniamo”. Dio, questo misterioso Dio innamorato di ciascuno di noi.

“..la vita è un’opportunità data da Dio per diventare ciò che siamo, per affermare la nostra vera natura spirituale, rivendicare la nostra verità.. ma soprattutto dire sì a Colui che ci ha chiamati Amati” (H. J. M. Nouwen).
Dio è un innamorato che vuol essere amato, aspetta la nostra risposta alla sua domanda “Mi ami?” e ci dà innumerevoli possibilità di dire “sì”. Ogni situazione della nostra vita diventa espressione della domanda “Mi ami?” e in ogni occasione abbiamo la possibilità di dire “sì” o “no”.

Gioia e dolore non sono in contrapposizione, non sono i grandi opposti che subiamo sulla nostra pelle, ma sono un’opportunità per dire “sì” a Dio, per vivere una realtà non scissa, ma unificata allo spirito.
La morte non è l’ennesima, l’ultima sconfitta, ma diventa il momento in cui possiamo più pienamente sentirci figli di Dio. È l’inizio di un ritorno a Colui che ci ha inviati, che aspetta il nostro ritorno perché gli raccontiamo la storia di ciò che abbiamo vissuto.


Che ciascuna/o di noi possa dire il suo consapevole, libero,amante in ogni momento o situazione della propria vita, possa sentire l’eterno abbraccio del nostro Dio il cui amore è per sempre!


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