In questi giorni, in cui abbiamo appena festeggiato la
solennità di San Domenico, mi è ritornata tra le mani una frase letta nel libro
“Molta gioia” di Antonietta Potente. Fra Dalmazio Mongillo diceva appunto
nell’introduzione che Antonietta “..presenta la spiritualità domenicana come
una gioiosa esperienza d’amore per l’Invisibile, vissuta nella compassione per
la Storia, in cui si prolungano i gemiti dello Spirito, dell’umanità e
dell’intera creazione!”. Parole che meritano una riflessione profonda e che mi
portano a confrontarmi con il mio modo di vivere la spiritualità domenicana.
E’
innanzitutto “un’esperienza d’amore”: vivere come domenicana è vivere in una
concretezza fatta di gesti, di parole, di vicinanza, di cuore, di lacrime e di
sorrisi, di lotte e di conquiste, di sbagli e di riconciliazioni. Un’esperienza
che nonostante i limiti e le fatiche quotidiane ti insegna giorno dopo giorno a
cogliere “tutto il sole che c’è” e a gioirne in cuore, così da farne forza e
luce per la strada.
Ma verso chi è il mio “amore”? Per l’Invisibile? Ma se è
Invisibile, come faccio a vederlo, ad amarlo, a stringerlo, a farne
“esperienza”? “..nella compassione per la Storia”, è la risposta.
Amando e soffrendo
e portando il peso di e custodendo la Storia, ossia la Vita di ogni uomo e
donna di questa nostra umanità che geme e gioisce nello Spirito continuamente
presente.
L’Invisibile è il Visibile lì, nella Storia, nella vita di ogni
giorno e di ogni persona di cui mi prendo cura. E’ lì che come domenicana cerco
e trovo il mio Signore, è lì che ascolto i gemiti dello Spirito, è lì che
asciugo le lacrime dell’umanità, è lì che custodisco l’intera creazione.
L'Invisibile è visibile nella Storia |
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