Nella Parola di Dio
di oggi, e per tutto il Vangelo di Luca c’è una netta presa di posizione contro
l’accumulo dei beni.
“Guai a voi che, che
siete ricchi, perché avete già il vostro conforto” (Lc 6,24), “Stolto, questa
notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi
sarà?” (Lc 12,20).
In questa parabola
però il ricco, più che cattivo è ignorante: non viene condannato da Gesù perché
maltratta o disprezza il povero, ma perché lo ignora.
Nel mondo del ricco,
i poveri sono invisibili, sono esclusi dal suo mondo, quasi non sa
dell’esistenza di un mendicante “che stava alla sua porta coperto di ulcere”(Lc
16,20).

Il male è
l’indifferenza, lasciare intatto l’abisso fra le persone, mentre “ il primo
miracolo è accorgersi che l’altro, il povero esiste” (S.Weil) e che si può
cercare di colmare l’abisso di ingiustizia che ci separa.
Anche nel nostro
mondo i poveri corrono il rischio di essere invisibili, per non dire che lo
sono realmente. A volte credo che semplicemente ci mettiamo la coscienza a
posto, sostenendo missioni in paesi lontani. Eh sì, perché per la nostra
società capitalista i poveri sono solo lì, sono i grandi sfruttati dal
capitalismo e i mali del mondo diventano grandi problemi.
Quante parole,
quanti gesti di cura potremmo regalare ai nostri “naufraghi della vita”, di
quanta dignità e rispetto hanno bisogno, i nostri anziani, i nostri ammalati, i
nostri figli, il nostro consorte, l’amico più caro.
Quanti uomini e
donne hanno bisogno di essere riportati tra gli uomini perché adesso sono solo
ombre tra cani.
LA parabola si chiude
con una punta di scetticismo “ se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno
persuasi neanche se uno risorgesse dai morti” (Lc 16,31).
“Con queste parole
finali Gesù avverte i farisei che neanche la sua vittoria sulla morte li
convincerà. Quanti sono incapaci di condividere il loro pane con l’affamato non
riusciranno mai a credere nel Risorto, riconoscibile solo nello spezzare del
pane”. (A.Maggi)
Il pane che a voi
sopravanza è il pane dell’affamato.
Il vestito appeso nel vostro armadio è il vestito di chi è nudo.
Le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo.
Il denaro che tenete nascosto è il denaro del povero.
Le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete.
(S. Basilio)
Il vestito appeso nel vostro armadio è il vestito di chi è nudo.
Le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo.
Il denaro che tenete nascosto è il denaro del povero.
Le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete.
(S. Basilio)
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