“Grandi cose ha fatto il me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome”.
Lc 1,49
La santa Vergine Maria fu assunta
in cielo. Ma il suo nome ammirabile rifulse su tutta la terra anche
indipendentemente da questo singolare evento e la sua gloria immortale si
irradiò in ogni luogo prima ancora che fosse esaltata sopra i cieli. Era
conveniente infatti, anche per l’onore del suo Figlio, che la Vergine Madre
regnasse dapprima in terra e così alla fine ricevesse la gloria nei cieli. Era
giusto che la sua santità e la sua grandezza andassero crescendo quaggiù,
passando di virtù in virtù e di splendore in splendore per opera dello Spirito
Santo, fino a raggiungere il termine massimo al momento della sua entrata nella
dimora superna.
Perciò quando era qui con il
corpo, pregustava le primizie del regno futuro, ora innalzandosi fino a Dio,
ora scendendo verso i fratelli mediante l’amore. Fu onorata dagli angeli e
venerata dagli uomini. Abitava nel sublime palazzo della santità, godeva della
massima abbondanza dei favori divini, e sul popolo credente e assetato faceva
scendere la pioggia delle grazie, lei che nella ricchezza della grazia aveva superato
tutte le creature.
Maria era la sposa ricca di
gioielli spirituali, la madre dell’unico Sposo, la fonte di ogni dolcezza, la
delizia dei giardini spirituali e la sorgente delle acque vive e vivificanti
che discendono dal Libano divino, dal monte Sion fino ai popoli stranieri
sparsi qua e là. Ella faceva scendere fiumi di pace e di grazia. Perciò mentre
la Vergine delle vergini veniva assunta in cielo da Dio e dal Figlio suo, re
dei re, tra l’esultanza degli angeli, il giubilo degli arcangeli e le acclamazioni
festose del cielo, si compì la profezia del salmista che dice al Signore: “Sta
la regina alla tua destra in veste tessuta d’oro, in abiti trapunti e
ricamati”.
Dalle Omelie di S. Amedeo di Losanna
O Vergine benedetta,
madre di Gesù e madre nostra,
anche per i meriti di S. Domenico
a cui regalasti il tuo rosario,
intercedi presso il trono di Dio
affinché l’anima nostra,
divenuta suo regno,
sia più fulgente per la grazia
di qualsiasi altro tempio
anche il più splendido e ricco d’arte
e fa sì che il tuo Gesù
regni sempre nei nostri cuori,
nelle nostre famiglie,
nella nostra parrocchia,
in tutto il mondo.
P.
Giocondo Lorgna
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Maria è regina, ma è anche
madre: non può non benedire chi vive per il suo Gesù nell’Eucaristia.
P. Giocondo Lorgna
Maria, insegnami la legge del
Regno di Dio: le beatitudini.
Prego la “decina”
del Rosario:
Padre nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…
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