lunedì 10 dicembre 2012

Domenico, uomo della Parola

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Gli studiosi biblici dicono che le parabole non hanno tanto lo scopo di dare un insegnamento, un contenuto, ma piuttosto di provocare chi ascolta, di portarlo a vedere un’altra realtà, a considerarla e a prendere decisione. Dicono un’altra cosa interessante: le parabole di Gesù hanno sempre un elemento stupendo, una cosa inabituale, pure prendendo dalla vita quotidiana del suo tempo. Ma questo si capisce: le parabole di Gesù aprono l’uomo ad una vita tutta nuova!
Ma perché questo discorso sulle parabole? Perché c’è una parabola che ha un significato profondo nella vita di San Domenico e che ci aiuta a capire qualcosa dell’ardore che lo animava per la predicazione. Diamo la parola a Gesù:
“Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno". E diceva: "Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!”(Mc 4, 3-9)
Ma quale seminatore andrebbe a sprecare così il seme, da seminare tra i sassi, i rovi e addirittura sulla strada? Soltanto un matto può agire così! Ma Gesù dice che questo matto è Dio! Dio pazzo d’amore, semina la sua vita nei nostri cuori, in ogni uomo, senza guardare come siamo, senza contare quante volte diciamo no o sì.
Questa bontà di Dio smisurata era il segreto che San Domenico aveva scoperto e ha portato preziosamente nel suo cuore. Voleva seminare la Verità ovunque… Era così preso da questa meravigliosa scoperta su Dio che per ben sei anni, quasi solo, egli andò predicando il Vangelo in diverse città. E al termine di questi anni di solitudine, non appena sedici compagni si erano uniti a lui, egli li mandò nelle grandi città per “studiare, predicare e fondarvi conventi”. Che audacia! Sì, l’audacia di chi dimentica la sua piccolezza perché ha capito che Dio lo vuole per la grande opera che è far conoscere agli altri il suo amore. E diceva San Domenico ai suoi amici che non capivano il suo gesto: “Il buon grano, quando viene sparso, fruttifica, mentre marcisce, se rimane ammucchiato.” Chi ha conosciuto l’amore di Dio, anche un solo po’, lo ha tra le sue mani come semi invisibili.
Offriamo un sorriso all’altro, un buongiorno, una parola buona, una mano senza chiedere dove andrà. Soltanto perché, anche noi, abbiamo sentito parlare dell’amore di Dio. Lo conosciamo ancora così poco, ma l’abbiamo già in noi, come buon grano da seminare generosamente, dove ci troviamo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

È interessante come piccole cose contengano il segreto della vita e della verità, chiediamo al Signore occhi per coglierle sempre e ovunque, visto che
Lui continua a seminare perché il seme del Verbo abbia continuità!

Suorlo' ha detto...


Grazie! Avevo proprio bisogno oggi di avere ben chiara davanti a me la passione di Dio e di Domenico.. "sprecare" l'amore, spargere il seme della Parola sempre e comunque.. che altrimenti marcisce, ristagna in egoismo e narcisismo!

Miriam ha detto...

la Parola assomiglia al seme:perchè il seme caduto nel terreno fertile germoglia e porta frutto,e lo stesso la Parola,posta nei nostri cuori con l'Amore, produrra' frutto.

Sr. Dominique ha detto...

Vorrei essere una terra che si accorge del seme seminato in lei e toglie via i sassi che ne possono ancora fermare la crescita. Grazie delle vostre condivisioni così concrete!