giovedì 13 dicembre 2012

Eucaristia e fede

"L’Eucaristia è il mistero di fede per eccellenza. Infatti dove abbiamo un mistero di fede che maggiormente confonde la nostra ragione? Nel tabernacolo tutto è luce, ma questa luce splende in mezzo alle tenebre più fitte: vi è un Dio sotto le apparenze di un po’ di pane! Siamo umili nelle nostre miserie; affidiamo a Gesù totalmente la nostra anima e contentiamoci di avere la fede, senza sentirla"(Euc. e S. n. 9).
Rimango profondamente colpita da queste brevi espressioni uscite dalla mente e dal cuore di P. Giocondo Lorgna e cerco di meditarle intensamente per coglierne l’intimo significato. Padre Giocondo è una miniera inesauribile: ogni suo pensiero è intriso di sapienza, di quella intima e soprannaturale sapienza che solo i grandi contemplati posseggono. Io me lo vedo il mio caro Padre Fondatore lì inginocchiato davanti al Tabernacolo in umile atteggiamento, ma con tutto il suo essere teso verso l’unico oggetto di tutte le sue aspirazioni. La sua cocente sete d’ amore trasporta il suo spirito nella contemplazione del mistero eucaristico nel quale solo la sua grandissima fede è capace di scoprire in esso la luce sia pur attraverso le tenebre più fitte. Quali saranno stati i sentimenti di P. Giocondo dinanzi a quel Dio nascosto sotto le apparenze di un po’ di pane? Nient’altro che sentimenti di amore sostenuti certo dalla fede che più di una volta gli avrà confuso la ragione, ma che egli riusciva sempre ad armonizzarla con il mistero contemplato. Cerco di darmi una ragione dell’amore di P. Lorgna per l’Eucaristia: dopo tanto pensare credo di aver trovato la risposta rapportandola alla sua personalità. Padre Giocondo infatti è sempre andato all’essenza delle cose e le ha vissute con quello spirito eminentemente domenicano che tutto fa convergere in Dio. Ora nell’Eucaristia c’è l’unica Essenza, lì si è sicuri di arrivare dritti dritti al cuore stesso di Cristo, principio e fine di tutto. Certamente P. Lorgna si è accontentato di avere la fede in Gesù Eucaristia senza sentirla e non ha cercato delle particolari illuminazioni di questo o di quell’altro aspetto del mistero: la presenza certa di Gesù nel Sacramento dell’altare lo avvolgeva in un’unica luce che gli dissipava ogni dubbio. Nello stesso tempo, però, non ci nasconde la difficoltà di credere in un mistero così difficile! E’ sempre tanto umano il padre ed è proprio per questo che me lo sento vicino quando me ne sto muta davanti al SS. Sacramento cercando di vedere quella luce che la mia debole fede non mi fa scoprire. E allora prego il mio Fondatore di venirmi in aiuto, lo supplico di venirmi in aiuto, lo supplico affinché veda lui per me e offra a Gesù Eucaristia tutta la mia miseria.
Non è facile il contentarci di credere senza mai sentire niente, ciò presuppone l’avere già fatto in noi tutto un lavorio di purificazione delle nostre facoltà intellettuali appunto perché dinanzi al SS. Sacramento dell’Altare si può stare solo in atteggiamento di profonda umiltà. Non possiamo illuderci, però: l’amore a Gesù Eucaristia si nutre sempre e solo di fede. Se ciò non fosse come si potrebbe spiegare razionalmente un mistero che tanto più è reale quanto meno è legato alla nostra ragione e alle nostre e impressioni? Se affideremo a Gesù eucaristico tutta la nostra vita facendone un continuo e rinnovato atto di offerta allora anche ne noi, come P. Lorgna, scopriremo nel tabernacolo nient’altro che luce e una luce tanto più intensa e tanto più vera quanto più sarà alimentata dalle fede e da un totale abbandono in Dio.
Nella foto: Giovanni di Balduccio, la virtù della fede (arca di San Pietro martire in Sant'Eustorgio a Milano), 1335-39.

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