La parola «messa» indica “invio”.
La nostra eucaristia è importante per l'avvento del regno di Dio: essa è segno efficace della sua presenza e fa
di noi un popolo di testimoni, di sentinelle, di fratelli e sorelle solidali con l'intera umanità.
Ci incamminiamo verso la “fine”
della Messa, accompagnati dalle ultime riflessioni di P. P.Claverie. Abbiamo
detto che il nostro entrare in comunione con il Corpo di Cristo forma
“l’assemblea”, ci unisce come popolo di Dio, ma nello stesso tempo ci impegna
anche nella salvezza del mondo.
“La nostra eucaristia è
importante anche perché il mondo cambi e per l'avvento del regno di Dio... Noi
siamo davvero associati alla Pasqua, mediante la quale la corrente della vita
nuova passa nell'intera creazione: l'eucaristia
è missionaria, l'unità che essa crea è aperta sul mondo che attende la
«manifestazione dei figli di Dio»”.
L’Eucaristia ci rende un “popolo per gli altri” a tre
livelli.
Fa di noi un popolo di testimoni dell’amore: “testimoni dell'amore di Dio, che abbiamo ricevuto
e che dobbiamo diffondere
intorno a noi là dove viviamo. Annunciare la
buona novella è rendere palpabile per tutti la potenza dell'amore che libera e
fa crescere mediante un'attenzione umile e
calorosa ad ognuno, mediante una presenza discreta e fiduciosa che fa
esistere coloro che essa accoglie.”
Fondamentale
per un testimone autentico di Gesù è l’essere disposto a lottare con le sole
armi dell’amore, “con un grande rispetto
della coscienza e della libertà altrui, perché nulla al mondo può far nascere
l'amore se non l'amore, né la persuasione, né l'autorità, né gli obblighi imposti; nulla può forzare l'uomo ad amare se
non il riconoscimento di un altro amore, umile e rispettoso.”
Fa
di noi un popolo di sentinelle di
speranza: “Come sentinelle alle porte
della notte, noi distinguiamo le luci dell'avvenire e le indichiamo agli
scoraggiati, perché riprendano a sperare, e ai potenti, perché le sostengano. Per noi rivivere l'eucaristia nell'umile
comunione del corpo di Cristo è gioia, speranza e forza per vivere e
aiutare a vivere i nostri fratelli.”
Noi
crediamo nella risurrezione di Gesù, segno che l’amore è più forte della morte,
e questo ci permette di discernere i segni della venuta del Regno e della sua
crescita.
“Questa convinzione profonda ci induce a prestare attenzione al minimo gesto di comprensione e
d'amore e ad accordargli un valore pari a quello dei grandi eventi storici, che sembrano sconvolgere il mondo, ma non
toccano che la superficie e si
succedono senza grandi conseguenze per il
futuro del mondo e dell'uomo. Per noi, un solo uomo che dona la propria
vita nell'oscurità e nell'umiltà è nel cuore di
Dio e al centro del mondo.”
Infine l'eucaristia fa
di noi fratelli e sorelle, perché ci rende solidali con l'umanità
intera.
“«Il pane spartito o condiviso ci converte in uomini di condivisione». Ed è così che possiamo
diventare forza di trasformazione del
mondo. Nutriti di questo pane, non possiamo essere saziati finché
rimangono uomini affamati: affamati di pane e affamati di dignità, di
giustizia, d'amore, di tutto ciò, che rende umano l'uomo.”
Don Andrea Santoro - ucciso in Turchia nel 2006 |
La celebrazione
dell’eucaristia non ha quindi in se stessa il suo fine: essa si ci rinvia al
Regno di Dio, da realizzare nella libertà e nell’amore. “Ciascuno di noi, abitato dallo Spirito e dal corpo di Cristo, diviene
un seme di questo Regno nel mondo. Là
dove noi siamo, nell'anonimato di una vita che si nasconde, il potere della
risurrezione può abitare il mondo in cui
viviamo: la sua forza di trasformazione supera largamente i nostri
poveri sforzi umani per poco che la lasciamo agire in noi, se siamo
disponibili totalmente e quindi umilmente e poveramente alla sua azione.”
Siamo membra di un corpo universale in cui ogni
cellula può agire sulle altre anche senza
aver coscienza di farlo: perché siamo in comunicazione reale per mezzo
dello Spirito e dell'amore.
“Forse in questo momento siamo sostenuti dalla preghiera
di uomini e donne che non conosciamo – che non ci conoscono – e che pregano e
si donano per noi. Anche noi dobbiamo pregare per quelli che non conosciamo, ma
che sono esposti oggi alla persecuzione, alla guerra, alla fame, al martirio...
La nostra preghiera allora è comunicazione della
corrente d'amore e di Vita che abbiamo ricevuta e che va ad irrigare le cellule malate o in pericolo.
Credo a questa comunione universale nella Vita, a questa comunione misteriosa
della potenza della risurrezione, perché credo alla comunione dei santi
nell'unico corpo di Cristo.”
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