sabato 23 novembre 2013

SALMO 4

E’ un breve salmo avvolto da un’atmosfera di pace e serenità, dominato dalla fiducia in Dio, che però contiene anche un certo sentimento di angoscia legato all’oscurità della notte. E’ soprattutto un invito all’abbandono in Dio e una testimonianza di gratitudine per il suo amore. Comincia con una supplica che esprime anche la certezza della risposta divina.

E’ una preghiera della sera, espressa da una voce personale ma anche corale, che testimonia una coscienza pura e serena.


Nell’intero salterio la luce è simbolo di vita, ma anche simbolo teologico, perché ben esprime la trascendenza-immanenza di Dio. La luce è all’esterno di noi, non la possiamo trattenere, eppure ci specifica, è nostra e non nostra, proprio come Dio vicino e lontano, “Emmanuele” e “totalmente altro”.

Il simbolo agricolo di vino e frumento, segni del benessere e della prosperità, è simbolo di una gioia pacifica, contrapposta a una vittoria militare, di cui aveva esperienza il popolo d’Israele.


Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?

Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.

Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.

Molti dicono: "Chi ci farà vedere il bene?".
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.

In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.

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