
E’ una preghiera della sera,
espressa da una voce personale ma anche corale, che testimonia una coscienza
pura e serena.
Nell’intero salterio la luce è
simbolo di vita, ma anche simbolo teologico, perché ben esprime la
trascendenza-immanenza di Dio. La luce è all’esterno di noi, non la possiamo
trattenere, eppure ci specifica, è nostra e non nostra, proprio come Dio vicino
e lontano, “Emmanuele” e “totalmente altro”.
Il simbolo agricolo di vino e
frumento, segni del benessere e della prosperità, è simbolo di una gioia
pacifica, contrapposta a una vittoria militare, di cui aveva esperienza il
popolo d’Israele.
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.
Molti dicono: "Chi ci farà vedere il bene?".
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.
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