E’ un breve salmo avvolto da
un’atmosfera di pace e serenità, dominato dalla fiducia in Dio, che però
contiene anche un certo sentimento di angoscia legato all’oscurità della notte.
E’ soprattutto un invito all’abbandono in Dio e una testimonianza di
gratitudine per il suo amore. Comincia con una supplica che esprime anche la
certezza della risposta divina.
E’ una preghiera della sera,
espressa da una voce personale ma anche corale, che testimonia una coscienza
pura e serena.
Nell’intero salterio la luce è
simbolo di vita, ma anche simbolo teologico, perché ben esprime la
trascendenza-immanenza di Dio. La luce è all’esterno di noi, non la possiamo
trattenere, eppure ci specifica, è nostra e non nostra, proprio come Dio vicino
e lontano, “Emmanuele” e “totalmente altro”.
Il simbolo agricolo di vino e
frumento, segni del benessere e della prosperità, è simbolo di una gioia
pacifica, contrapposta a una vittoria militare, di cui aveva esperienza il
popolo d’Israele.
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.
Molti dicono: "Chi ci farà vedere il bene?".
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.
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