sabato 2 novembre 2013

SALMO 3

Il salmo 3 è una composizione oscillante tra il lamento e la fiducia, l’invocazione di una persona che diventa la preghiera del popolo, dove tutti si sentono rappresentati. La preghiera biblica non è mai solo personale e privata.
La parola “mio” viene ripetuta 16 volte, quindi c’è un primo protagonista (io), poi ci sono i nemici (essi) e c’è Dio, il Tu.

Il Salmo inizia con un “insorgere” dei nemici e termina con il “sorgere” del Dio liberatore.
E’ una rappresentazione drammatica, con una simbologia spaziale e militare (sorgere, sollevare, monte…avversari, ribelli, scudo, grido di guerra…) e con uno sfogo brutale di carattere venatorio “spezzare i denti”, sinonimo di togliere di bocca la preda.

La numerosità dei nemici, che stride con la solitudine del protagonista, fa pensare a vari personaggi della Storia d’Israele, fino a Gesù chiamato “Servo di Jahweh”.
Il centro del salmo è nel versetto 4 che segna il passaggio dall’incubo alla speranza (ma tu, Signore, sei mia difesa) ed è indicato anche dall’immagine del sonno e del risveglio.

Il tema di questo salmo è la salvezza, quindi la sua naturale conclusione è la benedizione di Dio.



Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
"Neppure Dio lo salva!".

Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.

Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.

Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.

Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.

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