Padre
Pierre Claverie conclude il suo bellissimo itinerario sull’Eucaristia
fermandosi sulle ultime parole con le quali il celebrante saluta l’Assemblea.
Lasciamo completamente a lui questo ultimo spazio, ricordando che questo suo
percorso era stato sviluppato durante una settimana di esercizi spirituali
predicati ad un gruppo di religiose.
“Dopo una settimana lontani dalle nostre normali
condizioni d'esistenza ritroveremo le difficoltà quotidiane e il pericolo di
rimanere delusi è grande. Questi esercizi non sarebbero serviti a nulla se non
vi dessero per lo meno qualche punto di forza per la vita di tutti i
giorni. Come l'eucaristia conduce al Regno e si verifica nella nostra pratica
quotidiana perché il Regno venga, gli esercizi dovrebbero condurre a vivere la
realtà con uno sguardo nuovo e uno spirito rinnovato. Spero che ciascuno di
noi abbia scelto un suo pensiero di riferimento secondo i suoi bisogni e la
sua storia personale. Non credo alle risoluzioni né alle rivoluzioni improvvise
e durature. Credo invece alla lenta
maturazione della Parola nei cuori:
se una parola vi ha colpito, lasciatevi abitare e poco a poco invadere
da essa, ed essa modificherà il vostro comportamento, se è veramente una
parola venuta da Dio, e, senza nervosismo né sforzi sovrumani, vi trasformerà
in profondità.
Così, per me, la
parabola del chicco di grano che muore è l'asse centrale della mia vita
cristiana; se rileggete le vostre note, vedrete che tutta questa meditazione
sull'eucaristia è orientata da questa
parola; ed è naturale, perché essa si applica innanzitutto al mistero
pasquale.
Ciò che almeno vorrei, è che da questi
otto giorni voi portaste a casa un po' della pace di Cristo. È mia profonda convinzione che Dio è Amore e che, quando si è scoperto
l'amore e gli si è data fiducia, nulla e nessuno può più colpirci. La fiducia e l'amore generano la
liberazione interiore; la libertà del cuore dona la pace del Cristo.
Siamo chiamati a fare quest'esperienza mediante l'incontro di Gesù Cristo, la
condivisione della sua vita nell'eucaristia e la condivisione della nostra
nelle nostre comunità e i nostri ambienti di vita.
La pace
ci proteggerà allora dalla solitudine, dalla paura, dallo scoraggiamento,
dall'incomprensione o dalla persecuzione:
nulla ci può separare dall'amore di Cristo (Rm 8,39).
Forti di
questa pace, ricordiamo infine che la messa attende un compimento, che gli
esercizi restano da vivere.
Ite missa est!”
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