martedì 11 febbraio 2014

"CONTEMPLARI ET CONTEMPLATA ALIIS TRADERE"

 "Contemplare e dare agli altri le cose contemplate". Contemplare, cioè attingere la verità
nell'ascolto e nella comunione con Dio e donare agli altri il frutto della propria contemplazione.
In questo "motto", coniato da S. Tommaso, il "contemplare" è la parte più importante, benché essa non deve essere disgiunta dal "donare agli altri".

La contemplazione nella vita del domenicano non è un atto, è un sistema di vita. Non è solo preparazione all'apostolato, come generalmente si pensa, ma è la linfa che alimenta continuamente l'azione apostolica. La vita dell'apostolo è una preghiera continua. Realizza quel pregare «incessantemente», voluto da S. Paolo (1 cfr. Rom. 12, 12). Il programma di Domenico e il nostro, è il medesimo che si proposero gli Apostoli: «noi ci dedichiamo alla preghiera e al ministero della parola» (At. 6, 4). «La vita propria dell'Ordine - si legge nella Costituzione fondamentale dei domenicani - è l'autentica vita apostolica: una vita in cui la predicazione all'insegnamento sgorga dall'abbondanza della contemplazione: non una predicazione qualsiasi, ma una predicazione che è il frutto di un’esperienza contemplativa. E del resto, se noi capiamo questo, se scopriamo qualcosa dell’infinito amore di Dio, davvero non possiamo trattenerci dal comunicarlo.

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