Due grandi motivi compongono
questo salmo: il creato e la legge. La natura e la legge manifestano le
perfezioni divine. C’è un profondo legame tra la luce del sole e la luce della
torah (legge-rivelazione-insegnamento) vissuta con amore.
La prima parte del salmo 19(18) ha
ispirato diversi poeti e musicisti cristiani. Rispetto alla mitologia orientale
riguardante il sole, qui c’è un grande salto di qualità: il sole non è Dio, ma
Dio è simboleggiato dal sole che racchiude in sé un riflesso dello splendore
divino.
Il salmo inizia in modo maestoso
con il “canto dei cieli”, presentati come testimoni dell’opera creatrice di
Dio. Il cosmo qui non è solo un invito a credere nel Dio creatore, è anche una
continua esortazione alla preghiera. Il canto prosegue anche nell’alternarsi
del giorno e della notte, quasi una musica teologica dell’universo, un grido “silenzioso”.
Nella lettera ai Romani (10,17) la voce del cosmo diventa voce dell’apostolo di
Cristo.
Della Parola di Jahweh si parla
con due simboli: l’oro e il miele. I precetti non sono come un arido codice
normativo, fonte di equilibrio sociale. La legge è anche fonte di gioia, i
comandi del Signore sono fonte di luce, per percorrere la via della giustizia.
Il salmo si chiude con un messaggio di fiducia e di speranza.
I cieli narrano la gloria di
Dio,
Il giorno al giorno ne affida
il messaggio
e la notte alla notte ne
trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono
parole,
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si
diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la
loro parola.
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La legge del Signore è
perfetta, rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore
è verace,
rende saggio il semplice.
Gli ordini del Signore sono
giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono
limpidi,
danno luce agli occhi.
Il timore del Signore è puro,
dura sempre;
i giudizi del Signore sono
tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell’oro, di
molto oro fino,
più dolci del miele e di un
favo stillante.
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Anche dall’orgoglio salva il
tuo servo
perché su di me aveva potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.
Ti siano gradite le parole
della mia bocca,
davanti a te i pensieri del
mio cuore,
Signore, mia rupe e mio
redentore.
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