Domenico di
Guzman aveva inscritta nel suo nome la missione da compiere: il suo nome significa
infatti “uomo del Signore”. Divenne consapevole di questa missione gradualmente,
crescendo “in età, sapienza e grazia”, nella passione per la verità e la carità:
era un uomo compassionevole e misericordioso.
Costruì la
sua vita evangelica nella roccia salda della sua umanità. Il contatto con
l’umanità sofferente gli permise di comprendere il Vangelo di Gesù e il Gesù
del Vangelo. Le proprie lacrime e quelle dei fratelli – poveri, maltrattati,
ingannati… - lo resero più uomo e più
discepolo di Gesù.
Percorse i
sentieri del Vangelo. Andò per le strade della vita, come tutti gli esseri
umani, ma in tutti questi cammini imparò il Vangelo e ne divenne missionario
con coraggio e tenerezza, non con la forza delle armi, ma col dialogo, la
predicazione e la preghiera. Di lui i contemporanei hanno detto: “Di giorno
predicava, di notte pregava”. Egli è
diventato missionario “dell’incontro con Cristo”.
E quando si
incontra Cristo, si incontra l’Amore, il Perdono, la Gioia!
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