giovedì 6 febbraio 2014

Entrare in comunione..



Quando Gesù entra nella casa dei suoi discepoli, questa diventa la sua casa. L'invitato diventa ospite. Lui che prima è stato invitato ora invita. I due di­scepoli che si sono fidati dello sconosciuto fino a far­lo entrare nel loro spazio intimo ora sono condotti nella vita intima del loro padrone di casa. «Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedi­zione, lo spezzò e lo diede loro». Così semplice, così ordinario, così ovvio e – tuttavia – così diverso! Che altro puoi fare quando condividi il pane con i tuoi amici? Lo prendi, lo benedici, lo spezzi e lo dai.”

E’ un semplicissimo gesto che ripetiamo ogni giorno nelle nostre case: prendiamo il pane e lo spezziamo con chi mangia insieme a noi, lo offriamo a chi mangia con noi, segno di benedizione, di amicizia, di fraternità.
“Forse ci siamo dimenticati che l'eucaristia è un sem­plice gesto umano. I paramenti, le candele, gli acco­liti, i libri grandi, le braccia tese, il grande altare, i canti, la gente – niente sembra molto semplice, mol­to ordinario, molto ovvio. Spesso abbiamo bisogno di un libretto per seguire la cerimonia e per capirne il significato. Tuttavia, niente vuole essere diverso da ciò che accadde in quel piccolo villaggio tra i tre amici.”
Una mensa, del pane e del vino, che vengono benedetti e dati: è ciò che si realizza in ogni Eucaristia. Ogni volta che invitiamo Gesù nella nostra vita, Egli prende il pane e il vino della nostra quotidianità, lo benedice e ce lo offre: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Pren­dete e bevete, questo è il mio sangue. Fate questo in memoria di me».
“L'eucaristia è il gesto più comune e più divino im­maginabile. Questa è la verità di Gesù. Così umano, eppure così divino; così familiare, eppure così miste­rioso; così nascosto, eppure così rivelante!(..) È la storia di Dio che vuole venire vicino a noi, così vicino che possiamo vederlo con i nostri oc­chi, udirlo con i nostri orecchi, toccarlo con le nostre mani; così vicino che non c'è niente tra noi e lui, nien­te che separi, niente che divida, niente che crei di­stanza.”
In Gesù Dio si dona completamente, non tiene nulla per sé: è il Dio-con-noi, il Dio-in-noi, Dio-per-noi. Nell'eucaristia Gesù dona tutto.
“Come Dio si fa comple­tamente presente per noi in Gesù, così Gesù si fa com­pletamente presente a noi nel pane e nel vino del­l'eucaristia. (..)Dio si fa anche ci­bo e bevanda per noi ora in questo momento del­la celebrazione eucaristica, proprio dove siamo insie­me intorno alla tavola. Dio non si tira indietro; Dio dona tutto. Questo è il mistero dell'incarnazione. Que­sto è anche il mistero dell'eucaristia. L'incarnazio­ne e l'eucaristia sono le due espressioni dell'immen­so amore di Dio che dona se stesso.”
Dio non si accontenta semplicemente di averci creato, di istruirci o ispirarci: vuole entrare in relazione con noi, in una relazione di “comunione”, vuole farsi uno con noi.
Dio desidera essere pienamente unito a noi in modo che tutto di Dio e tutto di noi possa essere unito insieme in un amore eterno. Tutta la lunga storia della rela­zione di Dio con noi esseri umani è una storia di co­munione che si approfondisce sempre di più. Non si tratta semplicemente di una storia di unioni, separa­zioni e unioni restaurate, ma di una storia in cui Dio è in continua ricerca di modi sempre nuovi per fare intimamente comunione con coloro che sono stati crea­ti a immagine di Dio.”
La storia della salvezza ci racconta di un Dio che desidera appartenere agli uomini, che li cerca senza stancarsi, che offre loro continuamente il suo amore.
“Dio desidera comunione: una unità che sia vitale e viva, un'intimità che venga da entrambe le parti, un vincolo che sia veramente mutuo. Niente di forzato o voluto, ma una comunione liberamente offerta e li­beramente ricevuta. Dio prova tutte le vie per rende­re possibile questa comunione. (..)E questo intenso desiderio di Dio di entrare nella relazione più intima con noi che costituisce il nucleo della celebrazione eucaristica e della vita eucaristica.”

Nessun commento: