“Quando Gesù entra nella casa dei suoi discepoli, questa diventa la sua
casa. L'invitato diventa ospite. Lui che prima è stato invitato ora invita. I
due discepoli che si sono fidati dello sconosciuto fino a farlo entrare nel
loro spazio intimo ora sono condotti nella vita intima del loro padrone di
casa. «Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo
spezzò e lo diede loro». Così semplice, così ordinario, così ovvio e – tuttavia
– così diverso! Che altro puoi fare quando condividi il pane con i tuoi amici?
Lo prendi, lo benedici, lo spezzi e lo dai.”
E’ un semplicissimo gesto che
ripetiamo ogni giorno nelle nostre case: prendiamo il pane e lo spezziamo con
chi mangia insieme a noi, lo offriamo a chi mangia con noi, segno di benedizione,
di amicizia, di fraternità.
“Forse ci
siamo dimenticati che l'eucaristia è un semplice gesto umano. I paramenti, le
candele, gli accoliti, i libri grandi, le braccia tese, il grande altare, i
canti, la gente – niente sembra molto semplice, molto ordinario, molto ovvio.
Spesso abbiamo bisogno di un libretto per seguire la cerimonia e per capirne il
significato. Tuttavia, niente vuole essere diverso da ciò che accadde in quel
piccolo villaggio tra i tre amici.”
Una mensa, del pane e del vino, che vengono benedetti
e dati: è ciò che si realizza in ogni Eucaristia. Ogni volta che invitiamo Gesù
nella nostra vita, Egli prende il pane e il vino della nostra quotidianità, lo
benedice e ce lo offre: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Prendete
e bevete, questo è il mio sangue. Fate questo in memoria di me».
“L'eucaristia
è il gesto più comune e più divino immaginabile. Questa è la verità di Gesù.
Così umano, eppure così divino; così familiare, eppure così misterioso; così
nascosto, eppure così rivelante!(..) È
la storia di Dio che vuole venire vicino a noi, così vicino che possiamo
vederlo con i nostri occhi, udirlo con i nostri orecchi, toccarlo con le
nostre mani; così vicino che non c'è niente tra noi e lui, niente che separi,
niente che divida, niente che crei distanza.”
In Gesù Dio si dona completamente, non tiene nulla per
sé: è il Dio-con-noi, il Dio-in-noi, Dio-per-noi. Nell'eucaristia Gesù dona
tutto.
“Come Dio si
fa completamente presente per noi in Gesù, così Gesù si fa completamente
presente a noi nel pane e nel vino dell'eucaristia. (..)Dio si fa anche cibo
e bevanda per noi ora in questo momento della celebrazione eucaristica,
proprio dove siamo insieme intorno alla tavola. Dio non si tira indietro; Dio
dona tutto. Questo è il mistero dell'incarnazione. Questo è anche il mistero
dell'eucaristia. L'incarnazione e l'eucaristia sono le due espressioni
dell'immenso amore di Dio che dona se stesso.”
Dio non si accontenta semplicemente di averci creato, di istruirci o
ispirarci: vuole entrare in relazione con noi, in una relazione di “comunione”,
vuole farsi uno con noi.
“Dio desidera
essere pienamente unito a noi in modo che tutto di Dio e tutto di noi possa
essere unito insieme in un amore eterno. Tutta la lunga storia della relazione
di Dio con noi esseri umani è una storia di comunione che si approfondisce
sempre di più. Non si tratta semplicemente di una storia di unioni, separazioni
e unioni restaurate, ma di una storia in cui Dio è in continua ricerca di modi
sempre nuovi per fare intimamente comunione con coloro che sono stati creati a
immagine di Dio.”
La storia della salvezza ci racconta di un Dio che desidera
appartenere agli uomini, che li cerca senza stancarsi, che offre loro continuamente
il suo amore.
“Dio desidera
comunione: una unità che sia vitale e viva, un'intimità che venga da entrambe
le parti, un vincolo che sia veramente mutuo. Niente di forzato o voluto, ma
una comunione liberamente offerta e liberamente ricevuta. Dio prova tutte le
vie per rendere possibile questa comunione. (..)E questo intenso desiderio di
Dio di entrare nella relazione più intima con noi che costituisce il nucleo
della celebrazione eucaristica e della vita eucaristica.”
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