Fin dall’inizio, Dio cerca l’uomo per entrare in intimità
con lui: “Dio non soltanto vuole entrare
nella storia umana divenendo una persona che vive in un'epoca specifica e in
un paese specifico, ma egli vuole diventare il nostro cibo e la nostra bevanda
quotidiani in ogni tempo e in ogni luogo.”
I due pellegrini riconoscono Gesù nel viandante proprio
nel momento in cui prende il pane e il vino e dopo averli benedetti glieli
offre: l’Eucaristia è riconoscimento!
“È la piena comprensione che colui che prende,
benedice, spezza e dona è Colui che, dall'inizio del tempo, ha desiderato entrare
in comunione con noi. La comunione è ciò che Dio vuole e ciò che noi vogliamo.
E’ il grido più profondo del cuore di Dio e del nostro, poiché siamo fatti con
un cuore che può essere soddisfatto soltanto da colui che lo ha fatto. Dio ha
creato nel nostro cuore una sete di comunione che nessuno ad eccezione di Dio
può, e vuole, appagare.”
Raramente ce ne rendiamo conto e continuiamo a cercare
in altri luoghi, in altre situazioni un senso di appartenenza che ci soddisfi.
“Eppure, se
abbiamo pianto le nostre perdite, se lo abbiamo ascoltato lungo il cammino e se
lo abbiamo invitato a entrare nel nostro essere più recondito, sapremo che la
comunione che abbiamo aspettato di ricevere è la stessa comunione che egli ha
aspettato di dare.”
Ma il racconto di Emmaus continua dicendo: «... lo
riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista». Nel momento in cui i due amici
condividono la mensa con Gesù ed entrano in comunione con Lui tanto da
riconoscerlo, nello stesso momento non lo vedono più, come se Lui fosse
assente. Mentre era ancora in vita, avevano camminato con Lui, ascoltato le sue
parole, eppure spesso non lo avevano capito, non lo avevano davvero conosciuto:
«... voi ora non lo capite, ma lo capirete più tardi». «Ve l'ho detto adesso...
cosicché quando non sarò più con voi ricorderete e comprenderete».
“Un giorno aveva persino detto che era
bene che egli se ne andasse in modo che lo Spirito potesse venire e condurli
alla piena intimità con lui. Il suo Spirito avrebbe aperto i loro occhi e
avrebbe fatto loro comprendere pienamente chi egli fosse e perché fosse venuto
a stare con loro. Qui tocchiamo uno degli aspetti più sacri dell'eucaristia:
il mistero per cui la comunione più profonda con Gesù è una comunione che avviene
in sua assenza.”
Durante la vita, Gesù era rimasto il maestro, colui
che indica la via.. ma ancora “altro” rispetto a me e alla mia vita: “ma quando essi mangiano il pane che egli dà
loro e lo riconoscono, quel riconoscimento è una profonda consapevolezza spirituale
che, ora, egli dimora nel loro essere più intimo, che, ora, egli respira in
loro, parla in loro, vive in loro. Quando mangiano il pane che egli dà loro,
la loro vita viene trasformata nella sua vita. Non sono più loro a vivere, ma
Gesù, il Cristo, che vive in loro.”
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