giovedì 13 febbraio 2014

Lo riconobbero..



Fin dall’inizio, Dio cerca l’uomo per entrare in intimità con lui: “Dio non soltanto vuole entrare nella storia umana di­venendo una persona che vive in un'epoca specifica e in un paese specifico, ma egli vuole diventare il no­stro cibo e la nostra bevanda quotidiani in ogni tempo e in ogni luogo.”
I due pellegrini riconoscono Gesù nel viandante proprio nel momento in cui prende il pane e il vino e dopo averli benedetti glieli offre: l’Eucaristia è riconoscimento!
È la piena compren­sione che colui che prende, benedice, spezza e dona è Colui che, dall'inizio del tempo, ha desiderato en­trare in comunione con noi. La comunione è ciò che Dio vuole e ciò che noi vogliamo. E’ il grido più profon­do del cuore di Dio e del nostro, poiché siamo fatti con un cuore che può essere soddisfatto soltanto da colui che lo ha fatto. Dio ha creato nel nostro cuore una sete di comunione che nessuno ad eccezione di Dio può, e vuole, appagare.”
Raramente ce ne rendiamo conto e continuiamo a cercare in altri luoghi, in altre situazioni un senso di appartenenza che ci soddisfi.
“Eppure, se abbiamo pianto le nostre perdite, se lo abbiamo ascoltato lungo il cammino e se lo ab­biamo invitato a entrare nel nostro essere più recon­dito, sapremo che la comunione che abbiamo aspet­tato di ricevere è la stessa comunione che egli ha aspet­tato di dare.”
Ma il racconto di Emmaus continua dicendo: «... lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vi­sta». Nel momento in cui i due amici condividono la mensa con Gesù ed entrano in comunione con Lui tanto da riconoscerlo, nello stesso momento non lo vedono più, come se Lui fosse assente. Mentre era ancora in vita, avevano camminato con Lui, ascoltato le sue parole, eppure spesso non lo avevano capito, non lo avevano davvero conosciuto: «... voi ora non lo capite, ma lo capirete più tardi». «Ve l'ho detto adesso... cosicché quando non sarò più con voi ricorderete e comprenderete».
“Un giorno ave­va persino detto che era bene che egli se ne andasse in modo che lo Spirito potesse venire e condurli alla piena intimità con lui. Il suo Spirito avrebbe aperto i loro occhi e avrebbe fatto loro comprendere pienamente chi egli fosse e perché fosse venuto a stare con loro. Qui tocchiamo uno degli aspetti più sacri dell'eu­caristia: il mistero per cui la comunione più profon­da con Gesù è una comunione che avviene in sua as­senza.”
Durante la vita, Gesù era rimasto il maestro, colui che indica la via.. ma ancora “altro” rispetto a me e alla mia vita: “ma quando essi mangia­no il pane che egli dà loro e lo riconoscono, quel ri­conoscimento è una profonda consapevolezza spiri­tuale che, ora, egli dimora nel loro essere più intimo, che, ora, egli respira in loro, parla in loro, vive in lo­ro. Quando mangiano il pane che egli dà loro, la lo­ro vita viene trasformata nella sua vita. Non sono più loro a vivere, ma Gesù, il Cristo, che vive in loro.”

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