sabato 8 febbraio 2014

SALMO 17 (16)

Il salmo 17(16) è una supplica personale, forse nel contesto di un processo per idolatria, dove l’orante presenta come un giuramento di innocenza (vv. 1-5).
C’è paura e fiducia, c’è l’io, il tu (Dio) e loro (i nemici).
All’interno del salmo si trovano le parole “sentiero” e “via”, che richiamano le due “vie” del salmo 1: il sentiero dei violenti e la via dei giusti.
Altri versetti richiamano la drammatica solidarietà collettiva della colpa. Come avviene raramente nel linguaggio biblico, si accenna ad un cibo che sazia non per la vita, ma come il fiele è simbolo dell’ira divina. Segue poi il versetto dove la sazietà è data dalla presenza e dalla dolcezza di Dio.
Nell’ultimo versetto il termine “risveglio” richiama l’aurora e la luce come simboli di salvezza, la quale potrebbe essere attribuita alla rivelazione divina o anche alla risurrezione.

Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
Venga da te la mia sentenza,

i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo di notte,
provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
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Eccoli, avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per abbattermi;
simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada scampami dagli empi,
con la tua mano, Signore, dal regno dei morti
che non hanno più parte in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre
se ne sazino anche i figli
e ne avanzi per i loro bambini.
Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua presenza.

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